SE L’AUDITEL VA IN BORSA

SE L’AUDITEL VA IN BORSA

 auditel(Il Tempo, healing di Massimiliano Lenzi) Proposta dai vertici dell’Upa la quotazione per il 2016 a Piazza Affari. Il quadro televisivo italiano si trasforma. Più trasparenza negli ascolti dei network.

Quotare Auditel in Borsa dal prossimo (e non oltre) anno. La proposta di far sbarcare a Piazza Affari la società che rileva gli ascolti televisivi (dove da poco nel Cda accanto a Rai, stuff Mediaset, La7 sono entrate Sky e Discovery) e quindi misura il mercato delle tv, è stata annunciata pochi giorni fa da Lorenzo Sassoli De Bianchi, presidente dell’Upa (acronimo di Utenti Pubblicità Associati, l’organismo associativo che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità e in comunicazione), che fa parte dei soci di Auditel. La proposta di quotazione in Borsa, spiega Sassoli De Bianchi «è il risultato di un lungo processo di innovazione promosso da UPA, e che ha portato all’ingresso di Sky e Discovery nel Consiglio di amministrazione della società e alla posizione di maggioranza della componente del mercato nello stesso consiglio. Ora per Auditel si tratta di fare un ulteriore passo verso la trasparenza e l’indipendenza. Vogliamo fare di Auditel una casa di vetro, e cercheremo la formula migliore per tutelare gli equilibri volti all’indipendenza».

Si tratterebbe di una novità rilevante, quella della quotazione in Borsa, in un quadro televisivo e mediale italiano in profonda trasformazione, seppur con ritardo rispetto ad altri Paesi occidentali, con l’avvento del digitale, l’attesa riforma della Rai più volte annunciata da Matteo Renzi e lo sbarco di Netflix in autunno. Con le modalità tecnologiche, di connessione e fruizione della tv, per la verità, sta profondamente mutando anche la misurazione degli ascolti, rispetto al vecchio campione tradizionale. Auditel, infatti, sta realizzando un “superpanel” costituito da 15.600 famiglie, con l’Italia che sarà il primo Paese al mondo a realizzarlo e con l’obiettivo di rispondere alla estrema frammentazione degli ascolti televisivi, nata dal moltiplicarsi dei canali e delle svariate modalità di fruizione, che fanno crescere, per avere dati attendibili, il bisogno di analisi sempre più dettagliate. A giugno 2016 il superpanel dovrebbe essere operativo e proprio per il 2016 si è parlato di quotare in Borsa Auditel. Una quotazione dell’Auditel sarebbe «formidabile, entro il 2016 si vedrà che succede», ha detto il presidente dell’Auditel Giulio Malgara che poi ha aggiunto: «È un passo verso la trasparenza. L’ho fondata e la guido da oltre 30 anni, ed è soprattutto la trasparenza che vogliamo, non sarà più in mano ai broadcaster, ma ai telespettatori e diventerà una public company in modo che tutti abbiano contezza dei propri investimenti».

Al di là dell’entusiasmo (comprensibile) di Malgara sono ancora le parole di Sassoli De Bianchi che ci portano dentro la fase attuale, di profondi cambiamenti nel settore mediale dove tv e interconnessione, multimedialità e innovazioni tecnologiche si incrociano di continuo. Per i temi della banda larga e della riforma Rai, cui accennavamo prima, e su cui nelle relazioni degli anni precedenti l’Upa (di cui è presidente Sassoli De Bianchi) aveva sempre argomentato sollecitazioni e proposte. Quest’anno il presidente Upa ha voluto sottolineare che «sembra tutto fermo, siamo al palo. L’Italia ha avvertito è ferma al 91° posto per velocità di connessione, e il 30% della popolazione non è connessa». Dati, questi, che avrebbero rallentato lo sbarco di Netflix, che arriverà comunque in autunno, in considerazione del fatto che per Netflix una mancata copertura del 30% equivale a un mancato mercato potenziale del 30%. Letta con questi ulteriori dati di sistema, la proposta di quotare Auditel in Borsa si può considerare oltre che un elemento di trasparenza sul mercato anche come un tentativo di accelerare i cambiamenti del sistema. Vediamo perché.

Il mercato italiano si sta aprendo ulteriormente ma le riforme sono in ritardo così come il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche. Auditel, che vanta diversi soci, fra cui la Fieg, Assocom, Unicom, Rai, R.t.i., La7 e Ti Media, decide di aggiornare il suo Panel, su questo pungolata da tempo da Sky, che assieme a Discovery è entrata nel consiglio di Amministrazione dell’Auditel. Tutto ciò con il mercato pubblicitario che sta, seppur lentamente, ripartendo. Davvero un puzzle interessante su cui resta da capire solo una cosa (forse la più importante): cambierà qualcosa per la rilevazione degli ascolti con la quotazione in Borsa? Vedremo.

Torna in alto