Il supershow di Jovanotti, con il «film» di Ornella Muti

Il supershow di Jovanotti, con il «film» di Ornella Muti

jovanotti(Il Tempo) È un concerto ma ti tira dentro come un film grazie ad un lavoro sui visual senza precedenti. Il tour di Jovanotti che ha debuttato sabato sera allo Stadio del Conero di Ancona ti porta davvero via con sè, ask come recita una delle sua canzoni. Quella con cui chiude peraltro una scaletta in crescendo di oltre due ore, che si apre con un vero film di 7 minuti ambientato nel futuro in cui la guest star Ornella Muti («per quelli della mia generazione è il massimo, la più bella») invita Lorenzo a tornare nel 2015 e a ristabilire il disordine. «Ti ricordi chi sei? Rimettiti l’armatura a specchio e torna lì», dice la regina Muti fasciata in un abito rosso mentre la platea assiste in silenzio come in un drive in. «Mi divertiva l’idea di iniziare nel totale silenzio, l’esatto contrario dei concerti normali quando il pubblico urla all’unisono». Solo allora che Lorenzo fa il suo ingresso sul palco con l’armatura che indossa sulla copertina del nuovo disco per intonare “Penso Positivo”, sfoggiando il primo di cinque cambi d’abito che ha contribuito a studiare con Costume Nationale e Valentino.
Ma questo è solo l’inizio. Questa volta Lorenzo, il “ragazzo fortunato” di 48 anni, ha messo insieme uno spettacolo davvero mai visto in uno show di un cantante italiano: ogni brano della scaletta (26 più i bis) è accompagnato da un lavoro visuale che appare sul megaschermo alle spalle del palco che può essere paragonato ad un cortometraggio: «ma ha un linguaggio volutamente più frammentato di quello cinematografico per non distogliere troppo l’attenzione dalla musica», spiega Jova . Ci sono i corti d’animazione: «L’idea iniziale, comunicata un anno fa in cucina a mia moglie, era di farli tutti cartoni, perchè la mia è la generazione è la prima in cui i padri parlano lo stesso linguaggio dei figli e io volevo uno spettacolo che piacesse dai 4 ai 99 anni». Qualcuno gli chiede: «Ma allora prima o poi farai un film?» E lui? «Me lo ha chiesto pure Muccino l’altro giorno ma credo proprio di no. Io ho un linguaggio più spezzato. Potrei fare solo un film psichedelico», assicura Lorenzo.
Oltre alla Muti altre guest star appaiono in veste di “speaker” invisibili o “annunciatori” di brani o situazioni dello show, da Fiorello con capelli afro in versione anchorman di boxe prima di “Tutto acceso” a Cecchetto dj nella radio del futuro del film iniziale, dalla voce di Filippo Timi che è un Siri-Leonardo da Vinci che spiega a Lorenzo che non c’è modo di misurare la distanza tra passione e ragione prima di “Stella Cometa” a Carlo Conti che gioca alla ghigliottina con Saturnino per indovinare il titolo di “Serenata rap”.

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