(Paolo Giordano, pilule Il Giornale) “All’inizio i miei due figli mi hanno attaccato la varicella. E allora, per non contagiarli, parlavo con i ragazzi della mia squadra via Skype da un camper fuori dagli studi”. È stata una delle sorprese della quattordicesima edizione di Amici. Di solito schiva e riservatissima, da quando è direttore artistico dei «Blu» Elisa si è scatenata, mostrando il suo lato più ostinato e combattivo.
Una forza della natura che, come conferma Maria De Filippi, «per ottenere il meglio dai suoi concorrenti, arriva a far cantare anche duecento volte lo stesso brano».
Però, cara Elisa, all’inizio era titubante…
«Avevo paura di sentirmi un pesce fuor d’acqua. Ma non avevo pregiudizi, anche se capisco un certo snobismo scettico di qualche cantante sui talent show. Io ci ho pensato bene e poi ho deciso di fare questa esperienza».
Risultato?
«Il pubblico ha dato un bel riscontro. E in gara c’è stata l’attenzione ai particolari musicali che per me sono decisivi».
Risposta diplomatica. Ma il bilancio di Elisa?
«È stato decisivo partecipare subito alle puntate pomeridiane, durante le quali ho potuto ambientarmi. E poi è stato fondamentale poter discutere tutti gli aspetti del programma con gli autori, fare scelte condivise e ragionate. Insomma rendermi conto di non esser stata calata in un contesto gratuitamente polemico».
Una gara durata sei mesi.
«E ci ho messo tutta me stessa, pure in situazioni un po’ difficili. Ad esempio all’inizio, non ricordo bene se alla seconda o terza puntata del pomeridiano, i miei due figli mi hanno attaccato la varicella. E allora, per non contagiarli, parlavo con i ragazzi della mia squadra via Skype da un camper fuori dagli studi. Sembravo Charlie delle Charlie’s Angels…».