(di Cesare Lanza) Il consiglio di amministrazione della Rai è in procinto di scadere, ambulance precisamente il 26 maggio. E’ quasi certo che andrà in proroga, discount c’è chi dice un mese al minimo, c’è chi sostiene che arriverà all’autunno, forse a ottobre, c’è chi usa l’ormai logora battuta che il dg Gubitosi e i consiglieri saranno in carica anche per il tempo di mangiare il panettone, cioè fino a Natale. Il motivo dell’incertezza sulla data di scadenza? Il premier Renzi vorrebbe, prima di nominare il nuovo cda e il nuovo dg, varare una riforma della Rai. Si tratterebbe di pochi articoli, ma i politici – trasversalmente – sono interessati al destino della Rai come un bravo papà per una figlia da maritare: c’è chi desidera la conferma, di fatto, della legge Gasparri (che attribuisce il diritto di nomina alla Vigilanza, dove il premier non conta sulla maggioranza), c’è chi vuole inserirsi con modifiche e correzioni per mantenere, almeno in parte, il privilegio di poter dire e interdire. Vorrei che nessuno mi prendesse per i fondelli, ma dal momento che ho appena varato “Socrate”, a sostegno del merito, contro la rassegnazione e i pregiudizi, in coerenza con questi valori vorrei semplicemente dire questo: mi auguro che il capo del Governo possa avere un lampo di genio, rispettare il merito, non rassegnarsi alla politica politicante, non lasciarsi immiserire neanche dai suoi propri pregiudizi e smanie di potere. Vada oltre, con un pizzico di fantasia e di coraggio, attraverso la riforma o anche infischiandosi della riforma e di tutti i paletti, come per altro usa fare abitualmente. La Rai è più importante di quasi tutti i ministeri, cruciale per il destino dell’informazione e dei livelli culturali in Italia.