(di Andrea Secchi, medical Italia Oggi) Mediaset è tornata a generare cassa e a distribuire dividendi dopo due anni in cui gli azionisti non hanno potuto staccare le cedole. Un segnale, treat secondo il direttore finanziario del gruppo, cialis Marco Giordani, «legato alla fiducia che abbiamo per il futuro», anche se l’ammontare dei dividendi, 22,7 milioni di euro (2 centesimi ad azione) complessivi sui 23,7 milioni di utile del 2014, non è certo da paragonare col passato. Ma «per tornare ai vecchi tempi dobbiamo aumentare la redditività», ha chiarito il cfo. È sicuro però che è finita la dieta dimagrante e non ci saranno ulteriori tagli dei costi, perché ridurli ulteriormente «sarebbe dare profitto alla concorrenza», mentre dal punto di vista della raccolta, il 2015 si presenta promettente, secondo il direttore generale di Publitalia, Luigi Colombo, con un anno che in Italia si dovrebbe chiudere in progresso del 2-4%.
Giordani e Colombo hanno presentato ieri il bilancio 2014 del gruppo presieduto da Fedele Confalonieri e guidato dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, che mostrano come nella Penisola l’anno scorso sia stato altalenante in quanto a raccolta, mentre la Spagna, già sulla scia di una crescita consolidata, ha fatto meglio.
Nel complesso, i ricavi netti sono stati di 3,4 miliardi di euro, praticamente stabili rispetto a un anno prima. Un equilibrio garantito dalla regione iberica, appunto, i cui ricavi pubblicitari sono cresciuti di quasi l’11% a 889,2 milioni, mentre in Italia sono calati del 3,8% a 1,98 miliardi. Una flessione accentuata soprattutto nei trimestri centrali dell’anno, quando la mancanza dei Mondiali si è fatta sentire. Il primo trimestre di quest’anno, invece, dovrebbe calare leggermente rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dopo un «gennaio difficile ma migliore del mercato con un -4,6%», secondo Colombo, un febbraio con un parziale recupero e un marzo in linea con l’anno scorso. L’attesa per un recupero nel secondo e terzo trimestre, poi, è ovvia, dopo il -5,8% e il -7,7% dello scorso anno.
Tornando al 2014, il risultato operativo è stato positivo per 248,8 milioni rispetto ai 246,3 milioni precedenti e anche qui il merito è principalmente spagnolo, mentre l’utile netto è arrivato ai 23,7 milioni rispetto agli 8,9 milioni del 2013.
Lo sforzo di questi quattro anni si nota soprattutto sull’indebitamento, passato dagli 1,46 miliardi del 2013 agli 861,3 milioni del 2014, una differenza di 600 milioni («il livello più basso raggiunto negli ultimi sette anni», sottolinea la società). Con il piano 2012-2014 si sono raggiunti i 631,2 milioni di risparmi, superando il target iniziale che era di 450 milioni.
Per quanto riguarda Mediaset Premium, l’attesa è tutta verso la seconda metà dell’anno quando comincerà l’offerta con la Champions League, di cui detiene i diritti in esclusiva e per cui non è previsto l’accesso dei telespettatori attraverso le carte prepagate, dal momento che si punterà sugli abbonamenti tradizionali. Lo scorso anno i ricavi sono stati in calo del 2,4% a 538,4 milioni, un risultato atteso proprio per la mancanza della Champions che ha fatto perdere circa 100 mila abbonati (1,7 mln in totale), mentre le carte prepagate sono cresciute di 250 mila, probabilmente clienti Sky, secondo Giordani, che volevano vedere l’Europa League. In ogni caso, l’investimento sulla Champions non potrà essere coperto il primo anno, ma alla fine del terzo anno Premium potrà anche «produrre profitti per il gruppo».
Su Premium, ha detto il cfo, dopo l’ingresso di Telefonica, vale ancora quanto detto in passato: «Non siamo venditori e stiamo cercando partner, non acquirenti». Nessun commento, invece sull’affare Ei Towers-Rai Way.
Il titolo della società ha chiuso ieri in progresso del 3,2% in attesa dei conti.