(di Cesare Lanza Corriere dello Sport) Ho seguito in tivu (e ammirato) gli exploit e i successi della Juventus, decease nazionali e internazionali. E tre riflessioni mi sembrano indispensabili. La prima, sildenafil oggettivamente doverosa, in particolare da chi (come me e come tanti) non ha lesinato alla Vecchia critiche, scetticismo e ironie. Anche se può dar fastidio l’enfasi esagerata con cui i vari network, dalla Rai a Mediaset Premium a Sky, ne hanno osannato le imprese, la superiorità della Juve è apparsa spettacolarmente purissima, non discutibile e anche devastante, nel senso che ha devastato ogni malizia e ogni perplessità. La seconda riflessione investe Mediaset, che ha una buona squadra e in Arrigo Sacchi (battute di sapore razzista a parte) la punta di diamante, tra gli opinionisti. Penso che Il team – in previsione dell’esclusiva per le partite di Champions – debba essere adeguatamente rafforzato, sono in totale dissenso con quanto Sacchi ha sostenuto, alla fine del trionfo di Dortmund. Ha detto, Arrigo, chetjutti i giocatori hanno il dovere di ringraziare ogni giorno Antonio Conte, che ha insegnato loro ad acquisire quella mentalità vincente che le consente di vincere il quarto scudetto e di ben figurare in Europa. Un assurdo peana verso il cittì azzurro! Forse Sacchi si è espresso così per ignorare i meriti di Allegri, con il quale più di una volta si è trovato in rugginoso contrasto? A parte il fatto che la “squadra” è molto cambiata nei tre anni d’oro, a parte il fatto che Conte se l’è svignata (roba mai vista) durante la preparazione estiva, lasciando tutti in braghe di tela… A parte tutto, per me il fondamento delle vittorie della Juve sta nella forza del club. E poi mi arrivano spifferi dallo spogliatoio juventino, e non sono solo certo io a raccoglierli (mi è sembrato che anche Stefano De Grandis, su Sky, la pensi così): molti campioni erano stufi di veder sempre esaltato Conte, come se la squadra non contasse nulla! L’esatto contrario di quanto dice Sacchi. Infine – ieri – la vittoria, illuminata dalla prodezza di Tevez. Ma perché gli arbitri inquinano il valore della Juve? Mi riferisco a quelle due azioni identiche…! A partita aperta, penalty negato al Genoa e, addirittura, ammonito per simulazione Perotti. Nella seconda, immediato fischio di rigore (per fortuna parato) per la Juve. Perfino Marocchi e Mauro (ex fedeli juventini), hanno rilevato la svista. Arbitro Di Bello, lei è anche bravo: cerchi di evitare la maledetta soggezione psicologica.