(di Chiara Maffioletti, sovaldi sale Corriere) Lo sfogo di Roberto Alpi: «Rimangono alcune puntate già girate, click forse le useranno. La gente per strada mi chiede dove può trovarci, mi dispiace per il pubblico»
Dopo quattordici anni cala la saracinesca su CentoVetrine . Eppure, ufficialmente, non ci sono annunci, nessun cartello di cessata attività. Semplicemente la soap opera italiana più longeva della tv (dopo Un posto al sole ) è stata sospesa dal palinsesto: non si sa se e quando tornerà ma, soprattutto, non si sa se la prossima stagione, la sedicesima, verrà mai prodotta. «Ne dubito fortemente – spiega Roberto Alpi, volto storico della soap -. Avremmo dovuto iniziare a girare tra marzo e aprile e invece siamo fermi. Io sto iniziando a guardarmi attorno ma la cosa più sconcertante è che nessuno ci ha detto niente di ufficiale, siamo in un limbo».
Mediaset in effetti non commenta. Al momento, nonostante la decisione presa, l’azienda ha deciso di non motivarla e di non spiegare quali siano i suoi piani per la soap. Argomento che interesserebbe anche a Endemol, che con la sua Mediavivere la produce. «E alla gente che per strada mi chiede dove può trovarci – riprende l’attore -. Prima ci sono stati quei cambi di programmazione improvvidi: spostamenti di orari, poi di rete. Mosse assurde per un prodotto che richiede fidelizzazione. Trovare CentoVetrine era diventata ormai una caccia al tesoro. Adesso a chi mi domanda quando potrà vedere le nuove puntate non so cosa rispondere. Mi spiace, soprattutto per il pubblico che ci ha seguito per anni. Posso solo chiedere scusa. Se anche fosse stata inevitabile la fine, sarebbe stato bello portare a termine le storie, per rispetto a chi non ci ha mai abbandonato». Molte volte si è parlato di chiusura in questi anni. Ma adesso sarebbe tutto diverso: «Non era mai successo che la soap sparisse dal palinsesto. Rimangono delle puntate, già girate, che probabilmente useranno come tappabuchi, le programmeranno più avanti… magari il 15 agosto… sono molto curioso». Comprensibilmente più preoccupate le maestranze che lavorano nel polo di San Giusto Canavese, fuori Torino, dove viene confezionata la soap. Tra staff tecnico e artistico, circa 300 persone fisse, più le comparse (5000 a serie).
«La nostra era una delle poche fabbriche aperte nel Canavese – conferma Alpi -. Mi viene spontaneo parlarne al passato. Se penso alle coppie che si sono formate, alla scenografa che si è sposata con l’elettricista… si ritrovano di colpo in due senza lavoro. È anche per questo che sarebbe giusto arrivasse una comunicazione ufficiale. Piaccia o no, CentoVetrine è un pezzo di storia della tv». Il suo smarrimento è condiviso dal resto del cast: «Siamo tutti in attesa di sapere. C’è chi sta cercando un altro lavoro. Ci telefoniamo dicendo frasi del tipo: tu sai qualcosa? Ho letto questo su un sito, ma sembra ci sia quest’altro giornale che dice… Per un prodotto che per tanti anni ha garantito ottimi risultati (l’ultima puntata, trasmessa martedì in prima serata su Rete4, ha registrato 917.000 telespettatori, pari al 3.53%, ndr. ), si poteva pensare una fine diversa».