(Donato Moscati) “Moriremo tutti democristiani” dicevamo negli anni ’80, cialis poi tangentopoli è arrivata a spazzar via la Prima Repubblica. Scese in campo Silvio Berlusconi, thumb prese il potere e si disse che saremmo passati tutti a miglior vita berlusconinamente. Meno di due settimane fa è stato eletto il Presidente Mattarella e la Balena Bianca sembra tornata ad affacciarsi nella vita politica e nel costume italiano. Punto di riferimento da sempre del folklore italico è il Festival di Sanremo, che quest’anno compie 65 anni. Qualcuno dice che a 65 anni si va in pensione e che forse sarebbe giusto che anche il Festival lasciasse il passo a nuovi progetti. Ma perché rinunciarvi se bene o male la kermesse canora ha ancora appeal sugli italiani e ne dipinge le incongruenze?
Stamattina ad Agorà si è detto che quello che domani sera prenderà l’avvio sarà il Festival di Sanremo più democristiano di sempre. Qualcuno vorrebbe farci credere che Carlo Conti riuscirà a prendere l’eredità (quella televisiva, vedi il programma, già ce l’ha) dell’incallito democristiano Pippo Baudo?
Perché democristiano? Forse per il clima di pacificazione auspicato dal Presidente Mattarella? Forse per il fatto che ancora non è uscita nessuna polemica, nessuna provocazione, nessun veleno tra la bionda e la mora, nessuna invidia tra i big in gara, al teatro Ariston sembra regnare l’armonia degna di un quadro di Monet. Già giovedì si riuscirà a capire se il Festival di Sanremo targato Conti riuscirà ad essere nazionalpopolare, accattivante, sorprendente e, appunto, democristiano che da tradizione baudesca. In fondo Conti non ha mai nascosto il fatto che il suo punto di riferimento per questo Festival è proprio il Pippo Nazionale e, forse, la tradizione televisiva DC.