LE DOMANDE CHE DOVEVANO ESSERE FATTE A MEXES

LE DOMANDE CHE DOVEVANO ESSERE FATTE A MEXES

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(di Cesare Lanza, buy cialis Corriere dello Sport) Insisto: non mi piace affatto l’esagerato buonismo, in cui molti commentatori si rifugiano quando si trovano a tu per tu con allenatori e calciatori. Esemplare la scenata di Mexes, più adatta a un film western che a una partita di football. Quando Mexes bel bello (ma questo gli fa onore) arriva in video, si scusa con tutti, dice di aver dato un pessimo esempio sia come calciatore che come papà di quattro figlioletti, eaddirittura riconosce che non è stata la sua prima follia, un telespettatore si aspetterebbe, presumo, domande di questo tenore: “Perchè le capita tanto spesso di perdere la testa?”, “Ha avuto un’infanzia difficile?”, “Quante giornate di squalifica si darebbe?” “Lei stesso ha detto che anche come padre ha sbagliato: le é capitato di agguantare alla gola anche la moglie e i ragazzi?” O anche, al limite: “Cosa dice il medico del suo problema, ne ha consultato qualcuno?” Invece, no. Scuse apprezzate (ed è giusto), e tutti zitti e appagati: a Sky, Mediaset e Rai. Fino alla prossima follia? Il problema non é essere buoni, buonisti, cattivi o cattivelli; il problema è fare domande oggettive e asciutte, avendone l’opportunità, che ragionevolmente siano proponibili. Tanto per capire! Non mi è piaciuto poi come sia stato affrontato – superficialmente – il caso Cassano, che reclama i suoi sei stipendi arretrati, ma non gioca – non si capisce se per volontà sua o di Donadoni o (ammesso che ci siano) dei vertici del Parma. E non mi é piaciuto che non siano stati stigmatizzati con adeguata severità i fischi del pubblico juventino nei lunghi cinque minuti in cui Frey, vittima di un serio incidente, era steso a terra, insanguinato (poi, quando è uscito in barella, per fortuna ci sono stati anche gli applausi). Infine, la spassosa scenetta Marchegiani/ Mancini/Ventura/ Ilaria D’Amico. Don Luca, per una volta, azzarda un giudizio secco e dice che il Toro ha meritato la vittoria. Arriva Mancini, depresso, e sostiene che la beffa gli fa male, l’Inter avrebbe meritato la vittoria. E Marchegiani? Zitto! Poi arriva Ventura, che esalta (giustamente) il Toro, e don Luca torna al suo primitivo giudizio. Uno sketch! Intanto qualcuno dice che Ventura é ormai considerato un catenacciaro. E l’allenatore: “Ditemi chi è, lo invito a cena e ne parliamo…” Salta fuori che è Ilaria a dirlo e Ventura fa il galletto: “Allora insisto!”

Risate, cala il sipario, ma non si sa se la cena si farà.

cesare@lamescolanza.com

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