Musica, torna Alma Manera con “Tutto il tempo che vuoi”

Musica, torna Alma Manera con “Tutto il tempo che vuoi”

Non tutto il cantare è canzonare il pubblico, blandirlo con lordature armoniche tutte autotune e distintivo. Si costruisce ancora qualcosa di valore nel mare magnum della mediocrità, dove non bastano le bracciate per salvarsi e raggiungere la riva. “Tutto il tempo che vuoi”, il nuovo brano di Alma Manera, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali è una boccata d’ossigeno La voce di Alma, come una carezza e un graffio, dà vita a un testo che sa di lacrime asciugate al vento, di speranze accese e poi disilluse, ma anche di una rinascita lenta e consapevole. Scritta a sei mani insieme al talentuoso cantautore Giovanni Segreti Bruno, che firma anche la musica, e a Maria Pia Liotta, la canzone si arricchisce dell’arrangiamento di Davide De Blasio e del lavoro di mix e mastering di Emanuele Donnini. Un team che non si limita a lavorare su note e parole, ma che costruisce un ponte tra classicità e modernità, unendo la melodia più pura alla tensione viva del presente.

L’amore si rivela un’illusione ingannevole

La produzione, curata da Joseba Label di Gianni Testa e Regina Produzioni e Comunicazione, con la distribuzione affidata a Virgin Music Italia (Universal), si completa con un videoclip intenso, diretto da Marko Carbone, che vede la partecipazione speciale dell’attore Stefano Gianino. Le immagini si intrecciano alle note, creando un racconto visivo che amplifica la potenza del brano.

Alma Manera, nel raccontare il significato della canzone, disegna un quadro in cui l’amore non è solo sentimento, ma un atto di coraggio e verità. “A volte l’amore si rivela un’illusione ingannevole,” dichiara l’artista, “ma è comunque un’esperienza che vale la pena di essere vissuta. Quando si tradisce la fiducia, prima di tutto si tradisce sé stessi.” Le sue parole, semplici e dirette, sembrano attraversare chi ascolta, lasciando il segno come il volo di un gabbiano che scalfisce il cielo.

Torna sempre Platone, l’amore come desiderio di totalità

Il tema è universale: l’amore, quando non trastulla, non è un beneficio d’inventario. Nella sua totalità che esclude le false percezioni. Torniamo sempre lì al concetto maximo di Platone, l’amore come desiderio di totalità.

Anche Giovanni Segreti Bruno offre la sua visione del brano: “Nasce dall’esigenza di raccontare emozioni forti e contrastanti: la delusione, la rabbia, ma anche la capacità di trasformare il dolore in consapevolezza. Unisce la classicità della melodia a un testo moderno, creando un ponte tra tradizione e contemporaneità.” Nelle sue parole si avverte la costruzione di un’opera che non è solo un prodotto musicale, ma un gesto poetico.

L’interpretazione di Alma è il vero sigillo. La sua voce è un soffio che scalda, ma anche una lama che incide. Si insinua nelle pieghe dell’anima, evocando ricordi, ferite, ma anche una nuova consapevolezza. È una canzone che si consuma nel presente, ma che può lasciare il segno nella memorabilia dove ci si ricorda di ricordare e non è tutto un usa e getta come un certo amoricchio cantato più di quarant’anni fa dai Soft Cell. Ma era un’altra Memorabilia (I can’t remember, give me a reminder).

Torna in alto