“La straordinaria vita di Ibelin”: il documentario Netflix che celebra il potere inclusivo dei videogiochi

“La straordinaria vita di Ibelin”: il documentario Netflix che celebra il potere inclusivo dei videogiochi

Benjamin Ree, regista norvegese, porta su Netflix la commovente storia di Mats, un giovane affetto da distrofia muscolare di Duchenne, che ha trovato nel mondo virtuale di World of Warcraft una seconda vita e una comunità. Il documentario “La straordinaria vita di Ibelin”, in corsa per una possibile nomination agli Oscar nella categoria Miglior documentario, racconta come il protagonista abbia superato i limiti imposti dalla sua condizione fisica creando connessioni autentiche grazie al suo avatar, Ibelin.

Mats e Ibelin: la realtà virtuale come via di fuga e crescita

La vita reale negava a Mats esperienze comuni come amicizie spensierate, marachelle adolescenziali e relazioni amorose. Tuttavia, attraverso il suo avatar biondo e possente, Ibelin, Mats ha vissuto tutto ciò che desiderava: avventure straordinarie, amicizie sincere e persino amori tangibili.
“Per Mats, la realtà virtuale non era uno schermo, ma una porta verso qualunque luogo desiderasse il suo cuore”, si legge sul suo blog personale.

Il messaggio del regista

Benjamin Ree, in un’intervista, spiega:
“Credo che sia necessario raccontare storie vere di persone straordinarie e normali. Con Mats ho voluto mostrare come il mondo dei videogiochi sia più inclusivo della realtà. Qui non importa il tuo aspetto fisico, contano solo i cuori e le menti.”

Il documentario, che combina animazione, interviste e dialoghi in-game, rappresenta per il regista una lettera d’amore ai videogiochi, pur riconoscendone i lati negativi. Ree sottolinea come l’inclusività del mondo virtuale possa offrire supporto anche a chi si sente isolato nella vita reale.

L’eredità di Mats

Mats è morto a 25 anni, ma ha lasciato un’eredità significativa. Non solo ha creato un punto di riferimento per la sua comunità di gioco, ma ha anche aiutato altri in momenti difficili, come raccontato nel documentario:

  • Una madre ha ritrovato un dialogo con il figlio autistico grazie a Ibelin.
  • Un 15enne, commosso dopo una proiezione, ha detto al regista:
    “Non ho amici nella vita reale, ma grazie a questo film posso far capire ai miei genitori la mia vita.”

Ree aggiunge: “Mats mi ha insegnato l’importanza di chiedere sinceramente: ‘Come stai?’. Cercherò di portare un po’ di lui nelle mie relazioni personali.”

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