Alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay, “Report”, il programma condotto da Sigfrido Ranucci, presenta una nuova puntata ricca di inchieste su temi di grande attualità, firmate da alcuni dei più noti giornalisti investigativi italiani.
Cani bancomat
Giulia Innocenzi apre la serata con un’inchiesta sulla gestione dei cani di razza in Italia. Sotto accusa, l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (Enci), unico autorizzato a rilasciare pedigree, tra presunti casi di doping, falsificazione di documenti e ibridazione pericolosa. L’inchiesta mette in luce anche i legami tra Enci e Michela Vittoria Brambilla, che, da parlamentare animalista, promuove l’adozione dai canili, ma da conduttrice televisiva sponsorizza i cani di razza.
Capolavori clandestini
Con Manuele Bonaccorsi, “Report” indaga su possibili irregolarità nella gestione delle opere d’arte della collezione Agnelli. Tra i capolavori finiti al centro dell’inchiesta, ci sono pezzi di De Chirico, Monet e Balla, che potrebbero essere stati esportati senza autorizzazione. Lo scontro giudiziario coinvolge la figlia di Gianni Agnelli, Margherita, e i suoi figli, accusati di falsificare regali postumi attribuiti a Marella Caracciolo.
La canonica liberata
Due anni dopo un’inchiesta di “Report”, la chiesa di San Biagio ai Taffettanari a Napoli è stata liberata dall’occupazione abusiva di una famiglia malavitosa. Danilo Procaccianti racconta la fine di un simbolo di oppressione criminale e il ritorno dell’immobile al patrimonio cittadino.
La rana che conquistò il lago
Rosamaria Aquino esplora i controversi progetti di Giovanni Rana sul Lago di Garda, dove il re dei tortellini sta trasformando un’area storica in una struttura di lusso. Tra una spiaggia privata, un ristorante stellato e suites, l’inchiesta si chiede chi vigili sulla conservazione del sito di Punta San Vigilio.
Gli smemorati
Chiara De Luca conclude la puntata con un reportage sull’altopiano dei Sette Comuni, dove il comune di Enego è coinvolto in uno scandalo legato alla gestione di fondi pubblici. Inoltre, il Sacrario di Asiago, simbolo della Prima guerra mondiale, resta chiuso per lavori di restauro bloccati da una complessa burocrazia ministeriale.