Salvatore Marino, la comicità che fa riflettere al Trianon di Napoli

Salvatore Marino, la comicità che fa riflettere al Trianon di Napoli

Salvatore Marino emerge come un fulgido baluardo dell’intelligenza fustigatrice del marciume imperante, l’artista è un rabdomante che piega il riso al servizio della riflessione. Nella sua lotta instancabile contro l’ipocrisia, questa “brutta signora con le gambe storte” a cui molti concedono compagnia, Marino non si limita a deriderla: la smaschera, la disarma, la ridicolizza, esponendo i suoi tratti deformi alla luce della verità.

Con “Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo neg(r)o”, lo spettacolo che il 26 gennaio 2025 approderà per la prima volta al Teatro Trianon Viviani di Napoli, Marino fa vivere una parola che si fa civismo contro il male del nostro tempo. In un’epoca in cui la complessità dei fenomeni sociali è troppo spesso banalizzata, egli osa camminare sul filo dell’arguzia comica per affrontare temi come l’immigrazione e l’acrimonia per la diversità in tutte le sue facce. Non c’è traccia, nella sua arte, di quella comoda retorica che divide il mondo in “buoni” e “cattivi”; al contrario, il suo teatro è uno spazio per pensare, per ridere, per cogliere le infinite sfumature dell’umano.

Grazie ai testi di autori di straordinaria sensibilità come Mario Scaletta, Andrea Zanacchi, Massimiliano Bruno, Pietro De Silva e Nicola Leonzio, Marino costruisce una narrazione che non si abbandona alle facili trovate dell’antirazzismo di maniera. Lungi dal proporre un quadro edulcorato o semplicistico della realtà, il comico romano ci pone di fronte ai patemi e alle contraddizioni di chi vive l’altro da sé con sofferenza, senza cedere al paternalismo o all’arroganza di chi “crede di saperla più lunga”.

Sul palco, Marino è un funambolo della parola, capace di assestare portentosi calci agli stinchi del razzismo con monologhi che, nella loro irresistibile forza, strappano via il velo dell’indifferenza. La sua satira, tuttavia, non è mai fine a sé stessa: ogni battuta, ogni gag è il grimaldello per aprire la porta di una riflessione più profonda, per condurci verso un’idea di mondo che respinga tanto la crudeltà del pregiudizio quanto l’artificiosità della retorica.

Al Teatro Trianon Viviani, dove l’antico e il moderno si fondono in una cornice che pulsa di cultura e bellezza, il pubblico avrà l’occasione di incontrare un artista capace di trasformare il palco in un’arena dove mandare a stendere la stupidità guardiana di questa sconfortante realtà.

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