L’amore per Arianna mi ha cambiato la vita

L’amore per Arianna mi ha cambiato la vita

“Sono un cantautore, ho bisogno di vivere e fare le mie esperienze prima di approcciare alla scrittura di un nuovo album. Sebbene i tempi che viviamo richiedano una iper produzione annuale di contenuti, io ho un approccio anacronistico, in cui devo prima vivere la mia vita e poi scrivere”. Mattia Briga ha uno sguardo che brilla, mentre si racconta all’Adnkronos dove è ospite per presentare il suo nuovo singolo

‘Vieni con me’, in uscita oggi
su etichetta ‘Ninho de Rua’
e distribuito da Ada Music Italy che racconta l’amore come salvezza e condivisione, e che prelude ad un album per il quale l’artista non ha avuto fretta. Nel frattempo infatti, ci racconta, si è vissuto il grande amore con la moglie, l’attrice Arianna Montefiori, che è infatti la ‘musa’ ispiratrice di tutto l’album.

“In effetti sono molto felice perché l’album parla della mia relazione con Arianna, con cui mi sono sposato qualche anno fa e che mi ha cambiato la vita -dice Briga- Questo non vuol dire che ogni singola parola dell’album sia riferita a lei, dentro ci sono anche dei dubbi miei di cui mia moglie non è assolutamente responsabile”, sorride. Ma ammette che la sua cifra stilistica sia proprio la capacità di mettersi a nudo: “Credo che la vulnerabilità sia la parte più bella che un uomo possa mostrare. Ognuno di noi è vulnerabile, ma non è una cosa che si può regalare a tutti. Io all’inizio mostravo questo carattere duro e fiero, ma non lo facevo per indossare una maschera. Sono una persona dura, fiera, tracotante ma anche vulnerabile. La musica è sempre stata una autoterapia”.

In tempi di relazioni brevi e fugaci, sposarsi è un atto di coraggio di cui chiediamo a Briga il segreto. E lui ci spiega: “Non esistono formule magiche o segreti per una relazione sana. Io penso che tra noi sia avvenuto tutto in maniera assolutamente naturale, uno si deve anche fidare delle cose che scorrono, e quando accade bisogna seguire il flusso”. La pandemia dovuta al Covid ha avuto un ruolo importante: “Ci siamo messi insieme e poco dopo c’è stata una chiusura globale, che ha messo alla prova tante coppie, anche noi. Solo che a noi ci ha fortificato e ha accelerato il processo di fiducia l’uno verso l’altro”.

Briga -classe ’89, nel palmarès una finale di ‘Amici’, un Premio Lunezia, una partecipazione a Sanremo con Patty Pravo e collaborazioni con nomi come Venditti, Ferro e Grignani- scandisce all’Adnkronos: “Io faccio tutto da solo, ci tengo a dirlo. Poi mi servo di fidati colleghi che mettono in musica le mie idee, ma noi cantautori facciamo un lavoro che non è quello degli interpreti”. Quando dicono che noi e gli interpreti siamo colleghi non è vero. E’ come chi va al supermercato e compra un cibo precotto, torna a casa lo riscalda e dice che ha cucinato. Non è così”. Questi sono gli interpreti di adesso che vanno in studio a cantare cose scritte da altri autori. Ecco perché ci metto due o tre anni: io devo vivere, poi devo pensare, poi scrivere, trovare le melodie, avere la voce”.

Una frecciata all’onda rap e trap? “Alla fine chi si va a sentire negli stadi sono i cantautori, dei ragazzi come Niccolò (Ultimo, ndr), o Vasco -sottolinea Briga- Io negli stadi rapper e trapper ne vedo pochi. Questa non vuole essere una critica, anzi io apprezzo la trap, vengo da lì, ma anche lì ci vuole bravura”. Non rinnega il talent che l’ha lanciato (“Rifarei tutto quello che ho fatto perché mi ha portato qui”), e lancia un velato ‘amo’ a Sanremo: “Se vorrei salire su quel palco? Se ci fosse la possibilità ci andrei molto volentieri. Sanremo ha sempre il suo grande fascino immortale che si porta appresso, per un artista calcare quel palco è sempre motivo di emozione e di orgoglio. Certo, io non godo dell’appoggio di grandi etichette discografiche, sono un ragazzo indipendente, autoprodotto, mi farebbe sicuramente comodo per la promozione dell’album ma -precisa- la mia vita non gira intorno ai festival, ci sono tante altre cose”.

E una di queste è sicuramente la sua Lazio, della quale è tifosissimo: “Io sono felice di divertirmi allo stadio, di vedere un calcio offensivo, verticale, non ce la faccio a stare senza la mia Lazio, è un amore profondissimo -ci rivela. Visto che ci siamo, gli chiediamo se l’arrivo di Ranieri alla Roma lo preoccupi. “Non mi preoccupa. Anzi, lui è una persona molto positiva nel calcio, e in un momento un cui il calcio sta andando in una brutta direzione è una persona che mi fa piacere vedere, anche se ora andrà nella squadra rivale. Sono felice per lui, mi ha sempre trasmesso belle sensazioni”.
(di Ilaria Floris)

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