Torna XXI Secolo, molte novità e nessuna paura degli ascolti

Torna XXI Secolo, molte novità e nessuna paura degli ascolti

“Come faccio a fare tutto? E’una questione di metodo. Sono abituato, allenato, la mia giornata è divisa in due parti e sfiora le 15 ore”. Francesco Giorgino si racconta in una lungo colloquio con l’Adnkronos, a pochi giorni dal ritorno su Rai1 con la nuova stagione di ‘XXI Secolo’, in onda dall’11 novembre in seconda serata. Il format si presenta con la stessa struttura dello scorso anno, ma con diverse novità. “XXI Secolo va in onda subito dopo la fiction, abbiamo rafforzato la struttura narrativa ma in continuità con l’anno scorso -spiega Giorgino- Verrà dato grande spazio
all’approfondimento, ma di specifico ha il fatto di stare su temi di attualità ma sviluppando uno sguardo prospettico sul futuro, cercando di anticipare gli accadimenti sulla base di una osservazione sistematica della realtà del presente”.

Un esempio? “Le elezioni Usa. Le seguiremo ma facendo un’analisi approfondita, chiedendoci cosa cambierà nel mondo dopo questa votazione, per i conflitti nel mondo, sull’import export. Insomma un approfondimento che non si limita alle prime tre domande chi, che cosa, quando, ma prova a fare anche la quarta, la quinta, la sesta”. La trasmissione “prevede la contaminazione di tre linguaggi: la parola, con i miei monologhi introduttivi e i faccia a faccia con i protagonisti di spicco della politica, delle istituzioni e dell’economia, il linguaggio delle immagini, perché ci saranno dei mini reportage degli inviati e il linguaggio dei dati, perché credo molto nel data journalism”.

Ma il programma presenta due importanti novità, “nell’ottica della connessione con il digitale e con la multimedialità”, annuncia Giorgino all’Adnkronos. “La prima è che ci saranno tre contenuti originali fatti ad hoc per Raiplay, dedicate al pubblico della piattaforma. Un’altra novità è che il martedì mattina andrà in onda un podcast sull’attualità, e l’ultimo sabato di ogni mese verrà trasmesso su Raiplay ‘XXI Secolo Celebrities’, perché in ogni puntata ospitiamo un personaggio celebre del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport”. Inevitabile chiedere a Giorgino se sia preoccupato per gli ascolti, anche alla luce delle ultime chiusure Rai anticipate. “Nessuna paura -risponde subito- L’anno scorso abbiamo fatto l’8% di media. Riparto da quella aspettativa che il pubblico ha ben ripagato. Abbiamo uno schema consolidato, sarei contento di fare gli stessi risultati ma ci impegneremo per farne di più alti”.

Contemporaneamente al debutto della nuova stagione di ‘XXI Secolo’ Francesco Giorgino è in uscita con ‘Manuale di Comunicazione e
Marketing’ (Luiss University Press, euro 39,00). “L’idea è quella di dimostrare attraverso l’impianto teorico e la ricerca applicata che è ora che cadano le barriere tra questi due ambiti, comunicazione e marketing, che spesso sono stati considerati separatamente. Come fare per avvicinare questi due mondi che dialogano a fatica”, dice all’Adnkronos Giorgino che da anni è anche docente di Comunicazione, Sociologia e Marketing politico in diverse università italiane, e attualmente Professor of Practice e Direttore Master in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale presso la Luiss.

E visto che il filo conduttore dell’intervista è “il metodo”, gli chiediamo cosa pensa di questa Rai alla vigilia degli Stati generali del Servizio Pubblico indetti dalla presidente della Vigilanza Barbara Floridia per il 6 e il 7 novembre. “Apprezzo il metodo della presidente Floridia -scandisce il giornalista- C’era bisogno di un momento di confronto tra politica e istituzioni”. Giorgino stesso interverrà “su due questioni: l’esigenza di declinare la parola pluralismo e la grande sfida che abbiamo davanti, cioè rendere l’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo una vera digital media company competitiva. Gli ascolti sono importanti, ma abbiamo una sfida più grande che è quella di rendere la Rai al passo con l’innovazione tecnologica”.

Le polemiche sulla Rai, gli ascolti a volte non esaltanti di alcuni programmi e le chiusure anticipate non lo agitano. “Non solo assolutamente preoccupato -chiosa Giorgino- Credo che abbiamo tutte le potenzialità per fare bene. C’è una classe dirigente coesa, bisogna solo lasciarci lavorare con molta serenità. Bisogna concentrarsi su quelle che sono le vere sfide del mercato dell’audiovisivo e digitale. Qualche programma è chiaro che non è andato bene, questo è oggettivo, ma le sfide importanti sono altre e più ambiziose e io credo che onestamente l’attuale governance, a partire dall’amministratore delegato, sia nella condizione di poter gestire al meglio questa fase di transizione verso il nuovo”. Ma “abbiamo bisogno di riportare al centro le questioni vere -scandisce Giorgino- E il pluralismo culturale è condizione indispensabile per poter lavorare in modo sereno. La Rai in questo momento è una Rai plurale, e questo è il dato più importante”.

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