L’Anica e l’Apa si dicono sorpresi per la decisione del Tribunale di Taranto: “Una grave lesione del principio di libertà di espressione”.
Groenlandia e Disney confermano che, per conformarsi al provvedimento emesso dal Tribunale di Taranto, il lancio della serie attualmente intitolata ‘Avetrana – Qui non è Hollywood’ è rinviato. Le parti non sono d’accordo con la decisione del Tribunale e faranno valere le proprie ragioni nelle sedi competenti. In questi mesi, già il trailer aveva diviso l’opinione pubblica. La grande risonanza mediatica del progetto ha portato il sindaco a chiedere il cambio di titolo e lo stop della messa in onda. E così è arrivata la decisione che fa prendere tempo.
La Serie
La serie ripercorre il delitto in cui Sarah perse la vita all’età di soli 15 anni, oltre all’imponente risonanza mediatica che caratterizzò il caso. Era il 26 agosto 2010 e dalla sparizione della ragazza non si sarebbe parlato d’altro in TV e sui giornali. Con la scoperta del cadavere, le attenzioni mediatiche si intensificarono ulteriormente. Proprio a ciò si riferisce la seconda parte del titolo, “Qui non è Hollywood”: all’assedio dei giornalisti appostati sotto la casa della famiglia Misseri. “Non è Hollywood” era la scritta riportata con una bomboletta spray di colore nero su un muretto vicino all’abitazione.
Quattro episodi, ciascuno della durata di 60 minuti, danno voce al pensiero e al punto di vista di ciascun protagonista della storia per un racconto a più voci: quelle di Sarah, Sabrina, Michele e Cosima.
ANICA-APA: “Blocco Cautelare Decisione Senza Precedenti”
L’Anica e l’Apa esprimono la loro più profonda sorpresa per la decisione senza precedenti del Tribunale di Taranto di sospendere cautelativamente la messa in onda della serie “Avetrana – Qui Non è Hollywood”, prodotta da Groenlandia e Disney. Così in un comunicato.
La serie, appena presentata al Festival del Cinema di Roma, si limita a raccontare fatti di risonanza pubblica oggettivamente legati a un determinato contesto, storico e geografico, come tante volte capitato in passato. Gli autori non prendono posizione riguardo ai risultati delle sentenze, né le mettono in dubbio: la serie racconta infatti quanto emerso dagli atti processuali.
“Il blocco preventivo della serie, ancora inedita, appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano. Guardate le nostre serie, giudicatele, ma non chiedetegli di non esistere solo perché raccontano la realtà”, dichiara Chiara Sbarigia, Presidente di Apa.
Continua Benedetto Habib, Presidente dell’Unione Produttori di Anica: “Obbligare le opere audiovisive a non fare riferimenti alla cronaca e alla realtà è un pericoloso precedente. I titoli basati su fatti realmente accaduti sono una costante della storia del cinema, indipendentemente dalle opinioni del pubblico o dei protagonisti sui fatti trattati, se si mantiene il rispetto verso le comunità coinvolte: esplorare la realtà aiuta a esercitare il senso critico dello spettatore. La libertà di espressione nel nostro paese è tutelata dalla Costituzione e la comunità dei produttori non vuole svegliarsi in un mondo dove questa libertà non è più agibile”.