“Mio padre era un uomo di estrema serietà, sempre concentrato e dedicato al suo lavoro. La musica era rigorosamente vietata in casa. Non voleva farsi influenzare, né dalla sua musica né da quella di altri compositori. Era straordinariamente dedito al suo mestiere e avrebbe apprezzato ‘Notte Morricone’. Era attratto dalla danza come un’arte di grande sacrificio fisico e psicologico, che si esauriva in uno spazio molto breve, proprio come la sua musica, sempre frutto di una lunga e sofferta elaborazione”.
Marco Morricone parla prima del debutto a Roma, al Teatro Argentina, dello spettacolo ‘Notte Morricone’ creato dal regista e coreografo spagnolo Marcos Morau per il Centro Coreografico Nazionale, parte della XXXIX edizione del Romaeuropa Festival.
“A casa, intorno a nostro padre, potevamo fare rumore e confusione. Nessun problema, purché non si ascoltasse musica, neppure la sua,” continua Marco Morricone. “Il regista e la compagnia mi hanno impressionato con il loro entusiasmo: vedere questi giovani impegnarsi per mesi è stato emozionante. È stato sorprendente constatare quanta fatica, dedizione ed energia ci sia dietro un gesto, un movimento, e come la forza di uno spettacolo si consumi dopo appena un’ora o un’ora e mezza di esibizione.”
Prosegue dicendo: “Questo mi colpisce molto. E poi, non posso negare che Marcos Morau ha avuto il coraggio di rappresentare mio padre attraverso la danza”. In scena figura anche Ennio Morricone rappresentato da alcune marionette. Suo padre avrebbe apprezzato questa rappresentazione insolita? “Forse no, chissà,” risponde il figlio del celebre compositore, vincitore del Premio Oscar. “Mi piacerebbe comunque che un pubblico variegato assista a questo spettacolo, dai giovani ai più anziani, come accadeva sempre nei suoi concerti e per il ‘suo cinema’.”
La sua musica, specialmente quella composta per il grande schermo, continua ad essere amata oltre le immagini, protagonista indiscussa e non semplice accompagnamento sonoro, con una vita autonoma. In questo, mio padre fu senza dubbio un grande rivoluzionario e innovatore. E prosegue parlando anche per la sua famiglia e i suoi fratelli: “Cerchiamo di essere all’altezza dell’eredità che nostro padre ci ha lasciato, di questo immenso patrimonio che abbiamo nelle nostre mani. Vogliamo che la sua musica continui ad essere disponibile attraverso progetti e iniziative”.
Ricorda il libro scritto con Valerio Cappelli, ‘Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre‘, che sarà presentato il 10 novembre al Teatro Argentina e il documentario diretto da Giuseppe Tornatore, ‘Ennio‘. ” Mio padre ha avuto la fortuna di raccontarsi a Peppuccio Tornatore, con cui aveva un rapporto quasi paterno,” conclude. “Il documentario è una sorta di testamento spirituale. Continua ad essere di grande aiuto e conforto”. ‘Notte Morricone’ sarà in programma al Teatro Argentina fino al 10 novembre.