La 19esima Festa del Cinema di Roma si apre con l’iconico pugno chiuso di Enrico Berlinguer nel film “Berlinguer. La grande ambizione”, diretto da Andrea Segre e interpretato da Elio Germano. “È il nostro atto politico”, dichiarano regista e attore in un’intervista. Il film è ambientato dal 1973, anno in cui il segretario del Partito Comunista sfuggì a un attentato a Sofia, fino al 1978, anno del rapimento e dell’uccisione del leader democristiano Aldo Moro. Nel mezzo troviamo trasformazioni sociali, tumulti, terrorismo rosso, grandi dogmi, il dibattito sul divorzio e il tentativo del ‘compromesso storico’ con la Democrazia Cristiana. Sono stati anni in cui Berlinguer, con il suo caratteristico accento sardo, la sigaretta sempre fra le labbra e il suo silenzio eloquente, ha messo al centro della sua vita il bene collettivo, sfiorando il cambiamento della storia.
“Non viviamo più nell’epoca in cui le questioni collettive sono il tema centrale della politica e di tutti i partiti”, osserva Germano, sottolineando come oggi esista “un grande distacco fra quella che è la volontà popolare e la rappresentanza politica, che appare insufficiente su molti temi, tra cui quello della guerra”.
L’Italia “la ripudia, è scritto nella Costituzione, e secondo indagini statistiche, il 70% delle persone, se non di più, si dichiara contrario all’invio di armi e al coinvolgimento dell’Italia in qualsiasi guerra. Tuttavia, non esiste una parte politica che rappresenti questa volontà”. Indipendentemente dal credo politico, Berlinguer non è mai stato dimenticato. Lo dimostra la tessera 2024 del Partito Democratico voluta dalla segretaria Elly Schlein, che riporta gli occhi dell’ex segretario del Partito Comunista e la frase ‘Casa per casa. Strada per strada’, le ultime parole pronunciate il 7 giugno 1984 a Padova nel suo ultimo comizio, quando fu colpito da un malore, morendo dopo quattro giorni di coma, l’11 giugno.
Oggi si riflette sul passato e per Segre “la sinistra di oggi si domanda cosa si sia perso di quel periodo storico. Non c’è ancora una risposta, ma solo la consapevolezza di aver perso un’identità”. Con questo film “desideriamo dire che occuparsi di politica non deve essere un problema, il problema è credere che sia solo un interesse privato”, sottolinea il regista di ‘Welcome Venice’, che rileva come oggi l’interesse per la politica sia cambiato: “ci sentiamo distaccati dalla dimensione politica del vivere comune perché pensiamo che chi sta al potere faccia solo il proprio interesse, un mantra che continuiamo a ripetere da anni. Siamo giunti a questo punto perché si è persa la centralità del politico nella vita”.
Il film uscirà nelle sale il 31 ottobre, distribuito da Lucky Red.