Il legame con Paolo Sorrentino “è nato in maniera spontanea, dopo che Paolo ha ascoltato la canzone, innamorandosene immediatamente e scegliendola per la colonna sonora del film”. Così Valerio Piccolo, musicista casertano trapiantato a New York e poi giunto a Roma, descrive l’incontro con il regista napoletano. Sorrentino si è innamorato a tal punto della sua canzone, ‘E sì arrivata pure tu‘, da inserirla nella colonna sonora dell’ultimo film, ‘Parthenope‘. “Il brano si posiziona meravigliosamente nel film, dove le immagini si fondono perfettamente con la musica. È stata un’esperienza straordinaria; auguro a tutti gli artisti di avere l’opportunità di lavorare con creatori d’arte del calibro di Sorrentino“.
Valerio Piccolo, che vanta anche una lunga carriera come traduttore per il doppiaggio nel cinema, aveva già lavorato con Sorrentino. “Abbiamo un’amicizia che va oltre il cinema; ho lavorato alle sue parole per alcuni suoi film nel doppiaggio. Come è lui al lavoro? Sono di parte, ma lo descrivo come un visionario nel migliore dei sensi, e credo che in questo momento in Italia un regista che parla per immagini come lui sia unico. Parthenope rappresenta questa grande maestria”.
‘E sì arrivata pure tu‘ è “un brano altamente significativo per me perché, sebbene sia di Caserta, è la mia prima canzone in napoletano”, dice l’artista, “ed è stato un punto di svolta nella mia carriera. È una canzone che rispecchia il mio intimo, tornando alle mie origini linguistiche. Parla di un ritorno a casa, che sia un ritorno alle origini o di un amore”. Piccolo mostra il desiderio di unire il mondo del cinema e della musica sempre di più. “Il 18 ottobre sarà presentato ad Alice Nella Città in anteprima un corto, ‘Il presente‘, per il quale ho scritto la colonna sonora con Pino Pecorelli“.
Una vita che sembra un film: Valerio vanta una lunga esperienza negli Stati Uniti come cantautore, iniziata grazie a una collaborazione con la cantautrice americana Suzanne Vega, famosa soprattutto negli anni Novanta e Duemila. Dal 2000, Piccolo è stato suo traduttore ufficiale e ha collaborato con lei su diversi progetti artistici, tra cui il ‘Solitude Standing Tour‘ e il duetto ‘Suono nell’aria’. “A New York ho vissuto la vita dei musicisti americani; ero integrato con loro ed è stata un’esperienza istruttiva, arricchente e pionieristica”, spiega il musicista. Suzanne Vega è “come tutti i grandi artisti americani, che pur diventando celebri, restano semplici nell’animo e nell’approccio alla scrittura”, rivela l’artista.
Nel 2013, a New York, Valerio Piccolo ha musicato dal vivo il testo ‘Mick and I‘ della scrittrice e regista teatrale italiana Francesca Romana Zanni, eseguito al famoso Cornelia Street Café del Greenwich Village. Nel 2014 è nato il suo progetto musicale più importante, ‘Poetry‘, nell’ambito del quale ha messo in musica poesie di autori celebri come Rick Moody e Jonathan Lethem, con ospiti come Neri Marcorè e Ferruccio Spinetti. La musica di oggi? “Mi piace molto osservare,” afferma il cantautore, “Tra i nuovi artisti mi piace Davide Napoleone, con cui ho interagito recentemente; potrebbe nascere qualcosa di interessante, e Casadilego, che ha un approccio spontaneo che sento mio”.
E alla domanda su come vede Sanremo, Valerio Piccolo risponde: “Sanremo è molto confuso, non mi piacciono i contest in generale. Ci sono troppi fattori coinvolti e la musica a volte è messa in secondo piano, il che da musicista mi infastidisce. Capisco che sia un grande evento musicale, ma il fatto che già a marzo si parli del festival dell’anno successivo non mi piace; sarebbe meglio focalizzare l’attenzione anche su ciò che accade musicalmente nei restanti undici mesi”.