Nella parte nord-occidentale della Sardegna, a Capo Caccia, si erge un promontorio di roccia calcarea, soprannominato il “Gigante che dorme”. In cima a questo promontorio si trova un faro bianco solitario. Con un’altezza di 186 metri sopra il livello del mare, è il faro più alto d’Italia e uno dei più visibili del Mediterraneo, dominando il Golfo di Alghero. Luigi Critelli, un genovese, lo ha abitato per oltre vent’anni, dedicandosi alla sua manutenzione e funzionamento. Questo luogo rappresenta un eccellente punto di partenza per esplorare quella che viene chiamata la “Barcellona” della Sardegna.
Dal 1354 e per quattro secoli, Alghero fu una colonia catalana, strappata al dominio dei genovesi. Questa eredità storica la rende unica in Sardegna e conferisce alla città il soprannome di “un’isola nell’isola”. Il centro storico, le fortificazioni, le stradine acciottolate e soprattutto il suo particolare idioma richiamano le atmosfere delle cittadine nordorientali della Spagna. A rafforzare ulteriormente questo gemellaggio con la Catalonia, il 25 agosto 1960, approdò ad Alghero la nave da crociera Virginia de Churruca con 159 catalani, ansiosi di conoscere i loro “fratelli” di lingua. Questo evento straordinario, noto come il famoso Viatge del Retrobament, vide la partecipazione di quasi quindicimila persone provenienti da tutta la Sardegna. Pasqualino Mellai, un sarto di Alghero, ricorda questo momento come l’espressione massima dell’identità catalana di Alghero.
Esiste anche un legame con la Francia: nella Baia di Porto Conte, a pochi chilometri da Alghero, nel 1944 visse Antoine de Saint-Exupéry, autore de Il Piccolo Principe. Durante il suo soggiorno, gli furono affidati voli di ricognizione sulle coste francesi per fotografare gli avamposti tedeschi. Trascorse ad Alghero gli ultimi mesi della sua vita e qui scrisse gran parte de La Cittadella e Lettera a un americano. La vecchia torre aragonese della Baia di Porto Conte ospita oggi il MASE, un museo che ripercorre le tappe fondamentali della vita e delle opere dell’aviatore e scrittore francese.
Il Piccolo Principe abita anche a Tramariglio, dove per vent’anni esistette una colonia penale (1941 – 1961), successivamente trasformata in villaggio agricolo. Qui, l’artista poliedrico sassarese Elio Pulli ha deciso di aprire una bottega, realizzando opere anche dedicate al Principe di Saint-Exupéry.
Se la Sardegna è celebre per l’arte in generale, ad Alghero sembra concentrarsi la cultura più insolita. Il teatro, ad esempio, riveste un ruolo cruciale. In primo luogo, l’esperienza de “Lo Teatrì” di Ignazio Chessa: con i suoi 38 metri quadri, è il teatro più piccolo del mondo. Poi c’è il Mamatita Festival, un festival di circo di strada, soprattutto al femminile. La musica trova espressione in un cantautorato in lingua algherese che racconta l’anima della città e testimonia la contaminazione identitaria di Alghero.
Parlando di mescolanza e accoglienza, Alghero si distingue anche grazie alla vicina borgata di Fertilia, nata durante il regime fascista con l’intento di accogliere la popolazione in eccesso della provincia di Ferrara. Nel 1947, arrivarono a bordo di 13 pescherecci gli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. Ancora oggi, grazie anche alla presenza del Museo Egea, per le strade di Fertilia si respira l’aria di un esempio straordinario d’integrazione tra culture diverse: sarda, giuliano-dalmata, algherese e ferrarese.