“Una vignetta per Eriksson? In questo caso mi piacerebbe più essere in grado di disegnare qualcosa, invece di fare una vignetta. Farei un affresco immaginando un paradiso dei laziali, dove metterei insieme tutto quello che di bello c’è stato e sicuramente ci trovereste Sven Goran Eriksson.” È il toccante ricordo che il vignettista Federico Palmaroli, in arte ‘Osho’, regala all’Adnkronos rendendo omaggio all’ex allenatore biancoceleste scomparso oggi all’età di 76 anni. “Sono laziale da quando sono nato, la seguo da quando saliva e scendeva dalla Serie A alla Serie B,” spiega Palmaroli. “La Lazio di Goran Eriksson ha rappresentato il salto, l’uscire fuori a testa alta. Lo scudetto del 2000 per me è stato il momento magico. C’era ancora Gabriele Sandri, vivevo la mia squadra con grande esaltazione ed ho un ricordo di questa persona meravigliosa, un gran signore come ormai se ne vedono pochi.”
“Potrei ricordare tanti successi ma sicuramente per me è molto emozionante ripensare a quei momenti dello scudetto, quando il massimo che ci potevamo aspettare era arrivare allo spareggio con la Juve e invece siamo usciti per andare ad una partita e siamo tornati la mattina dopo i festeggiamenti.” Ancora vivo, spiega il vignettista romano, “il ricordo di quella giornata meravigliosa, il sorriso di Eriksson quel giorno e anche la dignità che ha mostrato il giorno che è venuto all’Olimpico a salutare i tifosi.”
Per Palmaroli, “sarà un allenatore che rimarrà nel cuore dei laziali al pari di Tommaso Maestrelli, non solo perché ha vinto lo scudetto ma perché rappresenta forse quello che a noi laziali adesso manca, una persona educata e rispettosa della tifoseria. Non parlo di Baroni che è appena arrivato, ma il legame con la società era proprio un’osmosi; tutti ora siamo legati alla Lazio ma poco a questa società. Lui rappresentava bene questo sentimento.”