Adattato dall’omonimo romanzo di Matteo Bussola, il film è presentato in anteprima al 70esimo Taormina Film Fest.
Al 70esimo Taormina Film Fest viene presentato in anteprima ‘L’invenzione di noi due’, il film romantico basato sul celebre romanzo di Matteo Bussola (pubblicato da Giulio Einaudi Editore). Dal 18 luglio, lo si può vedere nei cinema con Be Water Film in collaborazione con Medusa. I protagonisti sono Lino Guanciale e Silvia D’Amico, diretti da Corrado Ceron.
“La regia è il testimone inesorabile e crudo della distruzione e rigenerazione della storia d’amore tra Milo e Nadia. Una vicenda che riguarda il trascorrere del tempo, le aspirazioni che si ridimensionano, le illusioni che svaniscono e l’amore come continua invenzione di sé. La macchina da presa segue costantemente i due protagonisti, spesso con piani-sequenza a mano che ci fanno sentire come parte della storia, vivendo le emozioni di Milo e Nadia come fossero nostre,” ha dichiarato Ceron. “Non mi interessava narrare una sequenza di eventi ma delineare una mappa in evoluzione, piena di deviazioni e sentimenti contrastanti. ‘L’invenzione di noi due’ è un film con un duplice respiro: quello leggero e spensierato dell’innamoramento e quello crudele e pungente dell’amore bruciato e diventato cenere.”
L’INVENZIONE DI NOI DUE, DI COSA PARLA IL FILM
Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si rende conto che lei non lo desidera più. Non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi più nulla con lui. Ma Milo non si arrende e un giorno le scrive fingendosi un’altra persona, iniziando una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più frequenti e intense, entrambi si rivelano come mai prima d’ora. Tratto dall’omonimo bestseller di Matteo Bussola, un viaggio romantico alla scoperta dei veri sentimenti.
L’INVENZIONE DI NOI DUE, IL TRAILER
Il regista lo descrive come “un film di personaggi, in cui gli attori si mettono alla prova completamente cercando nella spontaneità e nell’improvvisazione, andando oltre il testo scritto, per immergersi totalmente nella scena, vivendola e interpretandola a modo loro. Un posto speciale è riservato alla città di Verona, vera e propria cornice ‘psicologica’ ed emozionale di una storia di amore e disamore, la proiezione dell’interiorità di Milo e Nadia, città eterea e soggettiva poiché vissuta sempre dal punto di vista dei due amanti. Ho narrato questa storia come un evento che potrebbe capitare a chiunque di noi, la cronaca di una quotidianità a noi molto vicina. Perché sono la verosimiglianza delle situazioni e la possibilità che possano succedere a noi che la rendono temibile ed esaltante allo stesso tempo.”