IL MIO SUCCESSO PIÙ GRANDE? ESSERE UNA MAMMA

IL MIO SUCCESSO PIÙ GRANDE? ESSERE UNA MAMMA

IL MIO SUCCESSO PIÙ GRANDE? ESSERE UNA MAMMA

“Il mio successo più grande? Essere una mamma, soprattutto è quello che mi rende più felice”. A dirlo ai giornalisti mentre le brillano gli occhi è l’attrice e regista statunitense Katie Holmes, ospite del Filming Italy Sardegna Festival per presentare il suo terzo film da regista, ‘Rare Objects’. L’ex protagonista della serie cult ‘Dawson’s Creek’, nonché ex moglie di Tom Cruise, dopo molte esperienze come attrice sembra aver trovato la sua strada nel mondo e lo sguardo, ancora dolce, lascia il posto ad una evidente determinazione. Niente domande personali o sulla maternità, ci avvisa lo staff, ma lei concede ai cronisti una certa preoccupazione per il futuro dei giovani e quindi anche della sua unica figlia Suri, nata il 18 aprile 2006 dal matrimonio con Tom Cruise e oggi diciottenne.

“È difficile pensare che noi ora siamo qui seduti tranquilli e ci sono persone che soffrono molto dall’altra parte del mondo e accadono delle guerre -spiega- ma amo molto e condivido la frase di un mio amico artista che dice che la creatività e l’arte sono importanti perché elevano le coscienze. So che c’è molto dolore, ma auguro alle nuove generazioni che possano vivere in un mondo migliore”. La regia sembra ormai la strada maestra. “In questo momento è la cosa che mi dà più soddisfazione -assicura- È la cosa più sfidante, rappresenta una sfida quotidiana con me stessa, cerco sempre in ogni scena di dare di più”. Quello che l’ha spinta a dedicarcisi totalmente è “sicuramente una grande curiosità e mi piace il gioco di squadra -spiega Katie Holmes– Ho amato l’idea di portare sullo schermo storie che hanno un grande lavoro dietro e amo l’idea di lavorare con attori giovani e anche un po’ più attempati”. Essere regista “mi permette di capire cosa passa per la testa di un attore, di cosa ha bisogno per la sua preparazione e come io possa contribuire alla narrazione”.

Impossibile non parlare di ‘Dawson’s Creek’, la serie teen drama di fine anni Novanta divenuta un cult, e di come l’attrice ricordi il periodo della serie che l’ha resa famosa. “Ricordo un grande divertimento, è stato un periodo fantastico sul set -dice- C’era un ambiente meraviglioso, sicuro, che ci permetteva di essere una squadra, ci siamo divertiti molto”. Il motivo del grandissimo successo della serie si spiega “soprattutto per il grande marketing, è stata venduta bene sul mercato affinché i personaggi fossero molto in contatto con gli adolescenti della loro generazione”. Ma i fan possono scordarsi, al momento, una reunion dei protagonisti o un revival della serie: “Trovo veramente bello che le persone lo chiedano, mi piace che la gente si ricordi bene della serie ma al momento non c’è niente in corso”, sorride.

Come donna, nessuna brutta esperienza sul set (“Nella maggior parte della mia carriera mi sono sentita protetta”), ma la figura dell’intimacy coordinator (che si occupa della sicurezza degli attori durante le scene di sesso, ndr) “è molto importante sul set, perché dà una grande professionalità e assicura un livello di sicurezza molto più alto”. E la solidarietà con le altre donne assume un ruolo fondamentale: “La sorellanza è tutto nella vita, battersi per le donne e vedere le donne che si battono per te è la base della felicità”.

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