SHIVA, TRAPPER A PROCESSO DOPO LA SPARATORIA: ‘PENTIMENTO’ IN CARCERE

SHIVA, TRAPPER A PROCESSO DOPO LA SPARATORIA: ‘PENTIMENTO’ IN CARCERE

SHIVA, TRAPPER A PROCESSO DOPO LA SPARATORIA: ‘PENTIMENTO’ IN CARCERE

“I mesi in carcere mi hanno fatto riflettere sull’importanza del mio ruolo di artista. So di essere un mezzo per trasmettere valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a diffondere messaggi più sani, evitando rivalità inutili che nulla hanno a che vedere con la musica. Vorrei solo tornare a creare la mia musica e ho capito pienamente gli errori del passato”. Queste sono alcune delle dichiarazioni spontanee rese da Andrea Arrigoni, in arte Shiva, ai giudici del tribunale di Milano. Il trapper, di 24 anni, è stato arrestato lo scorso ottobre per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, la sera dell’11 luglio 2023, durante la quale due giovani furono feriti alle gambe. “Dopo l’episodio di luglio scorso, ho deciso di vivere nel centro di Milano con la mia compagna e nostro figlio di soli cinque mesi. Non ho potuto vedere la nascita di mio figlio perché ero detenuto, e questo mi ha causato molto dolore, portandomi a riflettere sui miei comportamenti”, aggiunge.

“Ora sono una persona diversa, molto più responsabile, e non mi troverò mai più in situazioni simili a quelle oggetto del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fan”, spiega ancora Shiva, difeso dall’avvocato Daniele Barelli. Nelle lunghe dichiarazioni spontanee, il 24enne inizia raccontando chi è: “Sono un musicista; la mia passione, sin da bambino, è sempre stata la musica. Grazie a molti sacrifici e tanta determinazione, sono riuscito negli ultimi anni a affermarmi a livello nazionale e internazionale, realizzando così il mio sogno di fare la cosa che più amo nella mia vita”. Un successo che gli ha permesso di fondare uno studio di registrazione, la Milano Ovest, “nato con l’intento preciso di offrire uno spazio e strumenti alla creatività dei giovani ragazzi della periferia milanese e non, consentendo loro di coltivare le proprie passioni musicali come alternativa a una vita spesso caratterizzata da emarginazione sociale e culturale”, dice rivolgendosi ai giudici. Il trapper è anche presidente di una squadra di calcio, iniziativa nata per “dare un’occasione ai giovani meno fortunati, per toglierli dalla strada e incoraggiarli verso un percorso sportivo regolare. Ho una particolare attenzione verso il sociale e per tutti coloro che vivono una vita difficile”, spiega, riflettendo su un’infanzia “difficile” e cercando di condividere “una parte della mia fortuna”. La Milano Ovest “per me rappresenta tutt’oggi la mia casa, il luogo dove riesco a far crescere il mio lavoro e trasmetterlo a chiunque, dentro e fuori. In alcuni momenti della mia vita, la notorietà ha rischiato di travolgermi perché sono partito dal nulla e improvvisamente mi sono ritrovato ad avere tutto, rischiando di sentirmi catapultato in una dimensione quasi surreale”, conclude Shiva, la cui intenzione è di concentrarsi esclusivamente sulla musica.

“Mi dispiace per il pessimo esempio dato ai giovani, non sono un criminale”. “Questa esperienza mi ha sconvolto completamente la vita. Sento il peso di aver dato un cattivo esempio a tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento”, dichiara ancora. “Vi assicuro che questo fatto non mi ha portato nulla di positivo in ambito musicale, se non un enorme danno di immagine ed economico, perché ribadisco che ero già conosciuto e apprezzato senza aver mai avuto bisogno di fare cose del genere per ottenere fama, perché non rientrano nei miei valori, nei miei principi e nelle cose in cui credo”, aggiunge.

“Io non ho mai riportato condanne, non ho precedenti, non sono un criminale e non sono una persona capace di uccidere un essere umano,” spiega il giovane che si dice “profondamente rattristato per il danno arrecato, mio malgrado, ai due ragazzi. Ho cercato di porre rimedio alle conseguenze della mia condotta offrendo una cifra a titolo di risarcimento danni che è stata anche accettata. Nonostante fossero loro gli artefici di questa brutta storia,” conclude Shiva. “Spedizione punitiva contro di me, ho sparato per farli scappare.”

“Il mio istinto di sopravvivenza mi ha portato a sparare dei colpi, ma, ribadisco solo ed esclusivamente per allontanare i malintenzionati, per spaventarli e costringerli a desistere dalla violenza e a fuggire. Nel momento in cui ho sparato l’aggressione era ancora in atto,”

ha continuato il trapper.

“Ho mirato volutamente al suolo, non era mia intenzione nemmeno ferirli, volevo solo intimidirli e farli allontanare il prima possibile dalla mia proprietà privata. Dalla stessa visione rallentata del video risulta che al suolo compaiono tre nuvolette di fumo, a testimonianza che tre colpi avevano impattato a terra. Ho sparato volutamente verso il basso, sono allenato a sparare, e se avessi voluto ucciderli o ferirli avrei mirato al busto o alla testa, invece ho tenuto volutamente la pistola verso il basso mirando al suolo. Ho sparato 3 o 4 colpi, non ricordo precisamente,” aggiunge. “Quando si sono allontanati mi sono messo in posizione da tiro solo perché avevo paura e pensavo potessero rientrare e continuare la brutale aggressione. Ho assunto, quindi, una posizione di difesa era questa la mia intenzione ma vi posso assicurare che, in quel momento, non ho sparato. Quando sono uscito in strada, pur avendoli sotto tiro, ho deliberatamente scelto di non sparare, perché ho capito che finalmente si stavano definitivamente allontanando dalla mia dimora,” sottolinea il trapper che chiosa: “Si è trattata di una vera e propria spedizione punitiva nei miei confronti, studiata a tavolino, per la quale sono stati ingaggiati due o più lottatori di MMA.”

Il giovane trapper, appassionato di armi, definisce “un grave errore, una stupidissima leggerezza” l’acquisto di una pistola, ma precisa: “Non ho mai comprato l’arma con l’idea di utilizzarla, ma solo ed esclusivamente perché ero affascinato dall’idea di possederla. Ho pensato anche di fare il porto d’armi, ma a causa del mio lavoro e della mia vita frenetica ho continuato a rimandare il corso, prendendo con molta leggerezza e, sottolineo, stupidamente, il possesso della stessa,” dice rivolgendosi alla corte.

Prima di luglio del 2023 “sono stato vittima di numerose minacce ed aggressioni, sia fisiche che verbali, poste in essere verosimilmente da gruppi di altri artisti. Ritengo che le origini di tale astio e violenza risiedessero in parte nella competitività in ambito musicale e in parte in gelosie dovute alla fortuna del mio rapido successo.”

Minacce che crescono anche via social “e, pertanto, avevo timore per la incolumità mia e dei miei collaboratori. Ho chiaramente sbagliato perché avrei dovuto denunciare il tutto ma stupidamente ritenevo che ciò non mi avrebbe tutelato abbastanza. In questo clima teso, l’11 luglio decisi di uscire con la pistola in mio possesso, nell’assoluta certezza che mai l’avrei usata.

Poi alle ore 20.15 nel cortile della Milano Ovest, appena uscito dall’auto, “subivo improvvisamente una brutale aggressione alle spalle. Ricordo di essere stato colpito al volto da un pugno fortissimo scagliato con un tirapugni di ferro. Dopo il primo colpo finivo a terra, ero completamente inerme e in parte stordito. Mi chiusi a riccio per cercare di proteggermi”

da “pugni e calci che mi venivano inferti in maniera rapida e ripetitiva. Provavo un forte dolore, ero totalmente incapace di reagire e ricordo che pensai che mi avrebbero ammazzato, che sarei morto. Persi quasi conoscenza, tanto è vero che ho subito la frattura della mandibola che ha richiesto ben…

Due delicati interventi chirurgici. Poi, riesce a impugnare la pistola. La mia intenzione era quella di allontanare gli aggressori, ero confuso e non ebbi nemmeno la percezione di quante persone in quel momento fossero lì per aggredirmi. A mente fredda e grazie anche alla visione delle immagini di videosorveglianza, posso dire che era presente all’interno del cortile un’altra persona che registrava la brutale e vile violenza. Si è trattata di una vera e propria spedizione militare, conclude Shiva.

Procura chiede 7 anni

Shiva si difende: Non volevo uccidere. Sette anni di carcere. È questa la richiesta pronunciata dalla procura di Milano per il trapper 24enne. Nel processo, con rito abbreviato, il giovane si è difeso e nelle dichiarazioni spontanee ha ricostruito la sua carriera, si è detto dispiaciuto, ma ha ribadito di essersi difeso da una brutale aggressione e di non aver mai avuto intenzione di uccidere, spiega il difensore Daniele Barelli. Nella prossima udienza in programma il 3 luglio la parola passerà alla difesa, mentre il 10 luglio è attesa la sentenza di primo grado.

È la rivalità tra gruppi il movente che si cela dietro la duplice gambizzazione che era costata – grazie a un’intensa attività della squadra Mobile – l’arresto del rapper Shiva per l’episodio avvenuto a poca distanza dall’indirizzo in cui ha sede la società di registrazioni musicali ‘Milano Ovest’ che annovera tra i suoi cantanti più noti proprio il trapper da poco diventato papà. Nel cortile la polizia aveva sequestrato alcuni bossoli e tracce di sangue (trovate anche 11 cartucce inesplose e un silenziatore ‘fai da te’), mentre da ricostruzioni e testimonianze era emerso il contrasto tra Shiva e un gruppo di rapper milanesi noti come SevenZoo, che gravitano in zona San Siro.

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza mostrano l’arrivo, in auto, di Shiva e di alcuni suoi amici e la presenza dei due rivali e di un giovane che inizia a filmare la scena con il cellulare. Questa circostanza dimostra che i due gruppi rivali, per ragioni connesse all’attività musicale da loro praticata, come ammesso dallo stesso Luca Arrigoni (fratello di Shiva), volevano condividere sui social network l’aggressione in corso scriveva la gip Stefania Donadeo nella sua ordinanza.

Un frame mostrerebbe Shiva che rovista con la mano destra all’interno del suo zaino ed estrae l’arma da fuoco. Quindi le due vittime e l’amico che scappano mentre il 24enne spara cinque colpi e colpisce, in modo non grave, i due fuggitivi. L’intento omicidiario di Andrea Arrigoni, già evidente dalla visione delle immagini che riprendono lo stesso che punta, saldo sui piedi e braccia tese, l’arma ad altezza uomo, è suffragato anche dai rilievi effettuati dalla polizia Scientifica.

L’episodio, concludeva il gip, va inquadrato nel più ampio contesto di una faida tra gruppi musicali gravitanti nel mondo rap-trap: la Milano Ovest – Santana Gang riferibile al cantante Shiva e la Seven Zoo – Ssg di cui Rondo da Sosa è il membro di spicco.

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