Simona Ventura: il coraggio di sfidare un tabù, la paralisi facciale

Simona Ventura: il coraggio di sfidare un tabù, la paralisi facciale

Nel mondo televisivo, l’apparenza impeccabile delle conduttrici è una consuetudine consolidata: luci studiate e tagli perfetti per garantire un’immagine impeccabile sotto ogni aspetto. Ecco perché la comparsa di Simona Ventura nello studio di Citofonare Rai2 il 7 aprile, con metà viso immobilizzato, ha sconvolto gli spettatori. Tra coloro che hanno elogiato la sua professionalità – poiché Simona, per preservare la sua immagine, avrebbe potuto tranquillamente restare a casa e non esporsi al pubblico – e coloro che hanno ritenuto quell’apparizione inopportuna, c’è stata una variegata gamma di reazioni.

Al di là delle battute, a volte inopportune, rivolte a Simona Ventura per un problema che va oltre l’estetica, considerando che questa condizione comporta anche una certa invalidità motoria da non sottovalutare, la conduttrice ha proseguito senza alcun indugi, tanto da tornare sette giorni dopo sul set solo per informare di persona il pubblico di Rai2 che non si sarebbe sentita in grado di affrontare un’altra diretta nelle stesse condizioni. “Ci ho provato, ma mi sento di andare a riposo”, ha infatti detto a un certo punto Simona Ventura alla sua “socia” Paola Perego, spiegando di non riuscire ad andare avanti con il suo impegno.

In un’epoca in cui siamo ossessionati dall’apparire al meglio o nell’esibire la nostra naturalezza per sembrare emancipati agli occhi degli altri, la scelta di andare in onda e affrontare le critiche con una mimica facciale bloccata è encomiabile e appartiene solo a una professionista che non si è mai tirata indietro di fronte a nulla, nemmeno davanti alla crudeltà degli internauti pronti a demolire con estrema facilità le fragilità altrui.

Torna in alto