Grandi della Tv 

Grandi della Tv 

Non voleva fare teatro, non voleva fare cinema, e neanche la Tv; non voleva diventare “maestro”, ma alla fine lo è stato, e il palcoscenico è diventato la sua casa. E’ Gigi Proietti il protagonista del nuovo appuntamento con Edoardo Camurri e i “Grandi della TV”, il programma che prosegue le celebrazioni per i 70 anni del piccolo schermo Rai, in onda domenica 7 aprile alle 17.30 e lunedì 8 aprile alle 22 su Rai Storia. 
“Io? Discendo solo dalle scale de casa mia!” amava ribadire citando il suo Petrolini. Lui, figlio di una casalinga e di un “impiegatuccio” non ha niente a che spartire con il mondo dello spettacolo: sale sul palco in un cabaret di proprietà di Aldo Fabrizi per sbarcare il lunario come cantante di swing.

Il teatro viene tenuto a debita distanza, soprattutto il teatro “impegnato”: rifugge il dibattito, pregherà ““Signore, preservami dai contenuti, salvami dal significato, fulminami all’istante qualora fossi preso dalla tentazione del messaggio”. Poi nel ’68 debutta in Tv vestendo i panni del truffatore Jingle nel Circolo Pickwick di Ugo Gregoretti, un ruolo che lo battezza e lo condanna allo stesso tempo: se esordisce da truffatore, da imbroglione trova il successo. Diventa Mandrake con un film del 1976 che all’inizio va malissimo, per poi essere rilanciato dalle Tv locali: si tratta di “Febbre da cavallo” di Steno. Nel ‘78, le psicologhe Imes e Clance teorizzano un nuovo complesso: la Sindrome dell’Impostore.

E cioè l’impressione, che coglie tante persone di successo, di non meritare veramente la fama. Di aver preso il posto di qualcun altro. D’altronde Garinei e Giovannini lo scelgono per interpretare un truffatore, Ademar, in “Alleluja, brava gente”. Ma Proietti non è solo attore: è cantante, è doppiatore, e appunto finisce per diventare alla fine anche Maestro, aprendo nel ’79, il Laboratorio di esercitazioni sceniche, una scuola da cui usciranno alcuni dei talenti della scena romana. In “Grandi della Tv” lo si rivedrà anche in uno dei suoi cavalli di battaglia: “A me gli occhi please”. È un one man show concepito con il suo mentore, Roberto Lerici, e pensato per il teatro Tenda di Roma, un luogo mitico, circense, che stava già riconsacrando Vittorio Gassman. Uno spettacolo che gli fa capire che un teatro popolare è possibile, di qualità ma ironico e leggero. 

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