Quest’anno, la melodia del Natale si fa sentire con la voce di Gerry Scotti grazie al suo primo album natalizio, “Gerry Christmas”, nel quale interpreta undici classici, collaborando con l’intelligenza artificiale. In un incontro con la stampa, Scotti spiega entusiasticamente: “Questo è il primo album realizzato con l’intelligenza artificiale e l’autorizzazione dell’interprete. Ma non ha fatto tutto lei; in alcune canzoni sono solo io. Vengo dalla televisione, dove tutto passa e la memoria è corta, e volevo lasciare qualcosa di concreto di me.”
Questa avventura, inizialmente considerata una piccola follia, si è trasformata in una grande gioia. Scotti ammette che l’idea di un album natalizio gli sembrava folle, ma ha trovato qualcuno ancora più audace che gli ha dato il via libera. L’ispirazione è nata da una tradizione personale di auguri di Natale: “Da anni firmavo gli auguri con il classico panettone e bottiglia dell’Oltrepò, con la curiosa assonanza di ‘Gerry’ con ‘Marry’, dicendo ‘Gerry Christmas!’“. Tra le risate e gli scherzi con amici e parenti, è emersa l’idea di realizzare un disco di Natale, un’idea che è rimasta in sospeso per molto tempo, finché è diventata realtà.
Curiosamente, la scintilla creativa non è scaturita dalla musica, ma dalle immagini virali che hanno trasformato Gerry Scotti nel personaggio più memato dell’anno. Su Instagram, TikTok e altri social media, le sue sembianze sono state abilmente adattate a quelle di artisti celebri come George Michael, Michael Jackson e Aretha Franklin, sovrapponendo la sua faccia a quelle delle icone musicali. Questa inaspettata popolarità ha contribuito a dare vita al progetto dell’album natalizio, dimostrando che talvolta le idee più folli possono trasformarsi in realtà sorprendenti.
L’idea di creare un album natalizio ha avuto origine da un insight improvviso. Gerry Scotti racconta: “Al milionesimo tentativo di imitazione, invece di accendersi una lampadina, mi si è accesa la lampadona. Ho detto: ‘Ma scusate, la faccia è la mia, Gerry Christmas è un augurio con cui io mi firmo e sfrutto l’assonanza da alcune stagioni. Ma perché invece di farmelo fare da qualcun altro non facciamo noi un album di Natale con dentro 10 grandi standard natalizi?’“. In meno di un mese, il progetto ha preso forma, coinvolgendo anche i Thousand Gerry, “due geni dell’intelligenza artificiale, due ragazzi siciliani che già mi pubblicano quasi ogni giorno su TikTok e su Instagram: hanno l’obiettivo di pubblicare almeno mille versioni diverse di me, siamo arrivati a 300 e penso che ancora per due anni e mezzo andrò avanti“.
Così è nato “Gerry Babbo Natale“, con la copertina e le foto del libretto del CD che mostrano Gerry in varie vesti, come Babbo Natale o persino con le fattezze di Frank Sinatra. Tuttavia, la parte più complessa doveva ancora essere affrontata: il canto. Gerry e suo figlio hanno presentato il progetto alla Warner, e inaspettatamente… la Warner ha accettato! Gerry sottolinea la significativa approvazione della Warner, che ha voluto essere pioniera in un’operazione totalmente autorizzata e licenziata con l’intelligenza artificiale. Consapevole dei rischi di questa tecnologia, Gerry commenta: “Bene hanno fatto gli amici di Hollywood a protestare e a firmare un contratto che li tuteli. Però l’intelligenza artificiale, se usata bene, può essere utile“.
Nel processo di creazione di “Gerry Christmas”, l’intelligenza artificiale ha fornito un aiuto prezioso, intervenendo dove le doti vocali di Scotti potevano avere delle limitazioni. Gerry Scotti spiega: “In ‘Driving Home For Christmas‘, praticamente sono io perché ha il mio tono e la mia tonalità. Abbiamo visto l’intervento dell’intelligenza artificiale qua e là solo per rendermi un po’ più intonato. Anche ‘Feliz Navidad‘, con tutto il rispetto per il maestro Josè Feliciano, sarà che la canto da trent’anni a Natale, ma è venuta bene anche quella e l’intervento è stato minimo. Un esempio significativo di utilizzo dell’intelligenza artificiale è invece ‘All I Want For Christmas Is You’, perché tra me e Mariah Carey c’è una certa differenza di estensione e potenza vocale“.
L’album include dieci brani, tra cui classici come “Jingle Bells”, “Santa Claus Is Coming To Town” e “Jingle Bell Rock”, insieme a scelte meno tradizionali come “Blue Christmas” e “Driving Home For Christmas”, che Scotti confessa essere la sua preferita di sempre. Riguardo alla canzone, spiega: “È la storia di questo omaccione, di questo camionista che guida per tornare a casa. Nel testo dice ‘mi accorgo che a destra e a sinistra tutti quelli che guidano per tornare a casa a Natale hanno la mia stessa faccia’. Ed è, secondo me, un pensiero meraviglioso“. In generale, l’approccio nella scelta delle canzoni è stato laico, cercando di evitare le tracce della grandissima classicità come “Bianco Natale”.
“Gerry Christmas” non è solo il risultato dell’intelligenza artificiale; l‘album è stato prodotto da Lucio Fabbri, uno dei più grandi musicisti, direttori d’orchestra e arrangiatori italiani. Gerry Scotti esprime il suo orgoglio nel coinvolgimento di Fabbri nel progetto, sottolineando l’incredibile collaborazione di Fabbri con PFM e Fabrizio De Andrè. Scotti commenta con entusiasmo: “Non mi sembra vero che a salire su questa nostra imbarcazione sia stato anche uno dei più grandi musicisti, direttori di orchestra e arrangiatori italiani. Per me, che sono un ragazzo di periferia, Lucio ‘violino’ Fabbri vorrà sempre dire PFM e la straordinaria collaborazione con Fabrizio De Andrè“.
La Warner ha messo a disposizione di Scotti, in tempi limitati, il meglio della produzione musicale italiana. Tra i nomi che hanno suonato nel disco, figurano musicisti che partecipano ai festival più importanti e hanno collaborato con artisti come Ramazzotti, Pausini e altri grandi della scena italiana. Tra le sorprese, Scotti ha ritrovato nel coro il suo amico Chuck Rolando, membro dei Milk & Chocolate negli anni ’70.
L’obiettivo di Gerry Scotti con “Gerry Christmas” va oltre la creazione di un album natalizio; è un modo per farsi ricordare da un pubblico che, seguendo le tendenze di TikTok e Instagram, spesso ha una memoria breve. Scotti riconosce la fortuna di essere apprezzato e amato dalla generazione Z attraverso i social media, e vuole condividere con loro la sua passione per la musica. Concludendo, afferma: “Chi ti ascolta, chi ti guarda in televisione, ha la memoria corta. Ed è un modo come un altro per far sapere a tutta questa generazione che tra le varie passioni dello Zio Gerry c’è stata, c’è e ci sarà sempre la musica perché è forse la mia più grande passione“.
Gerry Scotti condivide il suo attuale rapporto con la musica, rivelando che ha una radio jazz personale dove ascolta anche mezz’ora di vibrafono, una preferenza che potrebbe non essere gradita da tutti ma che lui apprezza particolarmente. Indica le radio come Radio Deejay, R101, e Radio Monte Carlo come alcune delle sue preferite, soprattutto apprezzando il programma serale di Nick The Nightfly. Scotti ammette di ascoltare la radio in vari momenti della giornata, mentre di notte si gode la sua vasta collezione di oltre 10.000 dischi, optando per quelli che gli piacciono di più. Tra i suoi preferiti di sempre, cita David Bowie come il più grande.
Scotti condivide anche una canzone speciale che ha scelto per “Gerry Christmas”: “Do They Know It’s Christmas?”. Descrive la canzone come una delle prime grandi iniziative della musica negli anni ’80 e ’90 per sensibilizzare il mondo sulle grandi problematiche mondiali, in particolare sulla fame e la povertà. Sottolinea che la canzone è un bellissimo messaggio di Natale che ha voluto inserire nell’album come un ricordo importante.
Infine, Scotti riflette su “Gerry Christmas” e confessa un piccolo rimpianto: non aver incluso una canzone in italiano. Esprime il desiderio di sperimentare questa possibilità in futuro, suggerendo che potrebbe essere aperto a un “album di Natale bis“.