DAZN Heroes presenta “Tikus, la storia di Marcus Thuram”

DAZN Heroes presenta “Tikus, la storia di Marcus Thuram”

Da oggi, giovedì 16 novembre, è disponibile in esclusiva sull’app di live streaming e intrattenimento sportivo un nuovo DAZN Heroes, il format di contenuti originali ed esclusivi che racconta i protagonisti e le storie più appassionanti dello sport, dedicato all’attaccante neroazzurro Marcus Thuram.

DAZN Heroes – Tikus, la storia di Marcus Thuram, vede il giocatore raccontare i momenti cruciali della sua vita calcistica grazie a quattro vignette ispirate ai suoi amati manga. Dalla Coppa del Mondo alzata dal padre nel 1998, all’infortunio che nel 2021 gli ha reso impossibile trasferirsi all’Inter, all’assist a Mbappé nella finale del Mondiale 2022 persa contro l’Argentina, fino alla rete nel Derby della Madonnina.

Questa puntata di DAZN Heroes anticipa l’attesissimo Derby d’Italia, Juventus-Inter si disputerà domenica 26 novembre alle 20:45, e sarà disponibile in esclusiva su DAZN con il commento di Pierluigi Pardo e Massimo Ambrosini.

La scelta di venire all’Inter – “Ho scelto l’Inter perché era un feeling che avevo dentro. Due anni prima mi ero fatto male e dovevo andare all’Inter. Mi ha fatto malissimo perché mi ero già immaginato di vestire la maglia dell’Inter e di giocare a San Siro. Due anni dopo quella sensazione mi era rimasta e volevo venire qua. […] Il primo che mi ha scritto quando sono arrivato è stato Dimarco. Mi ha dato il benvenuto e mi ha detto che mi aspettava da due anni.”

Sul Derby della Madonnina – “Quando chiudo gli occhi e penso al Derby penso al momento in cui entriamo sul campo e ci sono due le coreografie. È stato speciale. Il gol? Mi ricordo che era una ripartenza: Lautaro manda Dumfries in profondità, io recupero palla, vedo che Thiaw non mi attacca subito, vuol dire che ho il tempo di girarmi, lo punto e sono uno contro uno con lui. Ho il tempo di tirare, entro, tiro, faccio gol.”

Il suo modo di essere un numero 9 – “L’anno scorso è stato il primo anno in cui ho fatto il 9 per tutta la stagione. Ausilio mi aveva visto come 9 già due anni fa, vuol dire che mi conosce molto bene come giocatore e questo mi ha aiutato a fare la scelta. Penso che il mio percorso, l’aver giocato prima in altre posizioni, mi abbia aiutato a diventare il 9 che sono oggi. Non sono un 9 tipico che rimane fermo e non si muove: mi piace muovermi, giocare con i compagni, dribblare, fare assist e gol. Aver giocato sull’ala in passato mi permette oggi di fare cose così.

Il rapporto con papà Lilian – “La finale del Mondiale 1998 era il 12 luglio, non avevo ancora un anno. Per papà è stata una cosa incredibile, io ero troppo piccolo e non mi ricordo nulla. Verso i 10-11 anni ho iniziato a capire chi fosse mio padre. Quando vedo lui non penso a cosa ha fatto sul campo, per me è mio papà e basta. […] Riguardo sempre le partite con mio papà, lui commenta e mi piace molto perché mi fa imparare velocemente. È molto molto severo, ma è meglio così. Ogni volta che esco da una partita in cui ho segnato, ad esempio, se vede che sono contento e sorrido lui mi dice “calmati, vieni in macchina che ti spiego due cose”.

Le scarpe di Messi regalate a un amico – “Avevo 10 anni, un giorno vado all’allenamento e avevo dimenticato le mie scarpe. Messi era giovane, aveva 19-20 anni. Volevo andare sul campo dopo l’allenamento insieme agli altri bambini. Ma non avevo le scarpe e Messi era il più vicino alla mia misura: io avevo 38 e lui aveva 40-41. Allora mi dà le scarpe, io ci gioco e dopo l’allenamento mi dice “prendile, puoi portarle a casa”. Ma io avendo 10 anni non mi rendo bene conto, so che lui è un giocatore del Barcellona ma non capisco ancora bene quanto grande sia Messi. Il giorno dopo vado a calcio e regalo le scarpe di Messi a un mio amico senza pensarci troppo. Tutti i giorni mi pento di quella scelta (ride, ndr).”

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