(di Tiziano Rapanà) Io questa furia gazzettiera non la capirò mai. Ci fosse almeno dell’agile creatività da cartellonistica ben impressa in un comune sentire, un po’ come certe immagini che sono entrate in una logica da storia della pubblicità (tipo quel vecchio spot ideato da Ignazio Colnaghi, dove si promuovevano i pennelli con lo straordinario Enzo De Toma). E invece non rimane nulla, nemmeno la possibilità di dare tempo ad un programma di farsi volere bene dal pubblico a casa. Perché Avanti popolo è un programma interessante e Rai 3 ha fatto bene a metterlo nello spazio pregiato della prima serata. Nunzia De Girolamo è una conduttrice che riluce di talento, conosce perfettamente i meccanismi dello stare in tv. Questo rosario di acrimonia, costruito dalla stampa, davvero fatico a capirlo. La Rai vuole scombinare le carte e ci riesce con un talk finalmente nuovo e lontano dall’architettura classica tipicamente lombrosiana, dove il bello fa il bello, il morto di fama esibisce la sua terrificante voglia di emergere e – sul versante politico – i destrorsi e sinistrorsi si riconoscono dalle prevedibilità di parole e sguardi. Qui, la gente è protagonista. E quando gli sconosciuti tentano sguaiatamente di conquistarsi quei cinque secondi di popolarità, si beccano la rampogna della conduttrice (“Come siete agitati e disordinati”). Gli ascolti non sono buoni, è risaputo, ma le abitudini del pubblico non si scardinano d’emblée. Serve tempo ed intelligenza. Siamo entrati nel girone della perfezione? No, quello mai, il sistema televisivo non lo permette. Il difetto maggiore è la durata: bisognerebbe accorciarlo un po’.