Emma Dante porta le sue donne ai margini, umiliate e sfruttare, ma coraggiose e salvifiche alla Festa del Cinema di Roma.
La grande regista e autrice siciliana presenta “Misericordia”, il suo ultimo film, nelle sale dal 16 novembre, ispirato dall’omonimo testo teatrale. Una favola contemporanea, che racconta la disperata e sconfinata solitudine di tre donne, che lavorano a maglia di giorno e si vendono la notte, il degrado e lo squallore della vita a cui sono state condannate, e il loro coraggio, la loro “bellezza” che diventa “misericordiosa” nel crescere un bambino menomato, vittima anch’esso delle brutture di una vita ingiusta, di un deserto morale e sociale al quale le tre donne non vogliono arrendersi.
Il nuovo film di Emma Dante alla Mostra del Cinema di Roma
E’ un viaggio, tra strapiombo e salvezza, in un mondo che Emma Dante conosce molto bene: “Quando scrivo le storie, quello che succede fuori mi influenza moltissimo”, ha raccontata all’ANSA Emma Dante che firma la sceneggiatura con Elena Stancanelli e Giorgio Vasta. “Faccio questo lavoro nel contemporaneo e infatti non mi interessano le storie in costume, perché non saprei da dove cominciare per raccontarle, anche se mi diverte guardare quei film”. Per me è molto importante parlare di quello che so, che sento, che vedo: è il mio motore. Nella nostra contemporaneità c’è qualcosa di orribile, ma non posso sottrarmi”.
La Sicilia di Emma Dante e la salvezza di Arturo, personaggio “sui generis”
La storia è ambientata in Sicilia, la Sicilia che ha fatto da scenario a molte delle opere teatrali e cinematografiche di Emma Dante, non ultima a “Le sorelle Macaluso” che ha vinto ben 5 Nastri d’Argento nell’edizione del 2021, nella Contrada Tuono, un piccolo borgo marinaro di casupole e baracche sul mare, in mezzo ai rifiuti e al cospetto di una montagna pericolosa, tra solitudini, vite e famiglie precarie. La morte violenta di una donna, causata dal suo protettore, Polifemo adeguatamente ribattezzato ‘il porco’ (Fabrizio Ferracane) lascia un neonato orfano, Arturo (Simone Zambelli, che era protagonista anche in palcoscenico). Lo ritroviamo 18enne, ma adulto solo fisicamente. Ha la purezza dei bambini (gioca con loro, che lo prendono in giro quando si spoglia per correre nudo nella natura), ma conosce la curiosità, l’affetto e la paura. L’hanno cresciuto con amore altre due prostitute controllate da Polifemo, Nuccia (Tiziana Cuticchio) e Betta (Simona Malato) a cui si aggiunge anche la più giovane Anna (Milena Catalano). Toccherà a loro prendere una decisione difficile per garantirgli la sopravvivenza.
Misericordia non significa pietà
“Per me la parola ‘misericordia’ ha qualcosa dentro di profondamente umano più che di religioso, perché è il sentimento che voglio provare quando vedo un disgraziato – aggiunge Emma Dante -. Non devo avere pietà di lui ma sentire di condividere quella disgrazia. Quando vediamo qualcosa di terribile, quell’orrore ci riguarda”. Arturo “è un personaggio al di sopra dei generi. Non è un maschio, non è una femmina, non è un bambino, non è un adulto, non è formato, ma in realtà cresce. E’ comunque una creatura che ha diritto a un futuro”. Portare “Misericordia” dal teatro al cinema “ha dato a questa storia una collocazione geografica ed emotiva”.
Rispetto al palcoscenico “nel film si accende la luce. Quella del cinema è forte come quella nella camera operatoria, fa aprire la storia sul mondo”. A Emma Dante parlare di persone ai margini “viene naturale, mi sento più a mio agio là che in un salotto borghese”. Un racconto mai tanto attuale, visti i numeri della violenza sulle donne: “Ogni giorno ne ammazzano una: gli uomini possono fare molto, tenendo a bada l’animale”. Un ruolo in tanta violenza “ce l’ha l’educazione patriarcale che ancora ricevono i bambini”. Dove trova Emma Dante la speranza in questa realtà ? “Nel futuro semplice di ‘Avrai'”: la canzone di Baglioni che nel film, dedicato al figlio (come aveva fatto il cantautore con il brano, ndr) Emma Dante utilizza per accompagnare il percorso del protagonista.