Bella Hadid ha ricevuto “minacce di morte” durante la guerra tra Israele e Hamas

Bella Hadid ha ricevuto “minacce di morte” durante la guerra tra Israele e Hamas

Non posso più essere messa a tacere. La paura non è un’opzione. Le persone e i bambini della Palestina, specialmente di Gaza, non possono permettersi il nostro silenzio. Noi non siamo coraggiosi – loro sì”. In un’appassionata lettera pubblicata su Instagram il 26 ottobre, Bella Hadid ha condiviso per la prima volta pubblicamente i propri pensieri sul conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas, che ha determinato “una crisi umanitaria urgente a Gaza sulla quale occorre intervenire”. La modella, che è figlia di Mohamed Hadid, un immigrato palestinese e un musulmano praticante nato nel 1948, lo stesso anno in cui 750.000 palestinesi sono stati allontanati dalle loro case, ha sottolineato la sofferenza provata nell’assistere alle atrocità subite dal proprio popolo: “Il mio cuore sta sanguinando di dolore a causa del trauma che vedo accadere così come il trauma generazionale del mio sangue palestinese”. Hadid, che da sempre supporta il movimento per la Palestina Libera, ha subito la diffusione online di dati personali e ha ricevuto “quotidianamente centinaia di minacce di morte”, ma gli attacchi personali non hanno impedito alla modella di piangere sia “le madri che hanno perso i bambini” a Gaza, sia “le famiglie israeliane che hanno affrontato il dolore e le conseguenze” degli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Poche settimane fa anche la sorella Gigi Hadid aveva condannato “il terrorizzare persone innocenti”, un’azione che peraltro “non fa del bene al movimento Free Palestine”.

LA CONDANNA DELLA GUERRA

Insieme alla lettera Hadid ha condiviso anche il video di una donna che canta Team di Lorde, che accompagna un carosello di crude immagini di bombardamenti e distruzione causati dal conflitto. “La mia famiglia ha assistito a 75 anni di violenza contro il popolo palestinese, in particolare, le brutali invasioni dei coloni che hanno portato alla distruzione di intere comunità, omicidi a sangue freddo e la rimozione forzata delle famiglie dalle loro case” ha scritto la modella. “La pratica degli insediamenti in terra palestinese continua ancora fino ad oggi. Il dolore è inimmaginabile”. Hadid ha però accompagnato la denuncia degli abusi subiti dalla Palestina ad una ferma condanna non solo degli “attacchi terroristici su qualsiasi civile, ovunque”, ma anche dei governi “corrotti” che mescolano la religione con i loro processi decisionali, commettendo così “il più grande peccato di tutti”. La modella ha inoltre sottolineato che “le guerre hanno leggi – e devono essere rispettate, qualunque cosa accada. Dobbiamo mantenere la pressione sui nostri leader, ovunque noi siamo, per non dimenticare i bisogni urgenti delle persone di Gaza e per assicurarsi che i civili palestinesi innocenti non siano vittime dimenticate di questa guerra. Io sono dalla parte dell’umanità, sapendo che la pace e la sicurezza appartengono a tutti noi”.

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