Un documentario per i fan, ma anche per chi è interessato a conoscere l’uomo dietro al personaggio: Sly arriverà su Netflix il prossimo 3 novembre.
COSA SAPPIAMO SU SLY
Il documentario racconterà l’infanzia travagliata, la fama e i rimpianti di Sylvester Stallone, attore 77enne. Diretto da Thom Zimny e con interviste esclusive alla coprotagonista di Rocky Talia Shire, al fratello Frank Stallone Jr., ad Arnold Schwarzenegger, a Quentin Tarantino e altre persone che – in un modo o nell’altro – fanno parte della sua vita. Il regista ha raccontato a People di aver avuto moltissime esclusive, dallo stesso Stallone. E che, quando cominciavano a parlare, non smettevano più di farlo. Zimny sapeva perfettamente che non avrebbe lavorato alla maniera tradizionale, con l’attore. La sua energia era (ed è) decisamente troppa. “Ho voluto lasciargli libertà d’azione, senza restrizioni”, ha detto. Così, in Sly troviamo filmati delle loro conversazioni ma anche immagini dell’infanzia di Sly e video di backstage tratti dai suoi più grandi successi. Stallone suggerisce come orientarsi sotto i riflettori di Hollywood, e ascolta le sue vecchie interviste alla stampa, ridendo della sua inesperienza e gioventù.
E se Sly condensa cinquant’anni di carriera, offrendo uno sguardo intimo sull’attore, il trailer si concentra sul suo io più profondo. E sulle sue frasi che suonano come mantra (“Il rifiuto è stato il mio incoraggiamento”, “Sono nel business della speranza”).
TACCUINI, INTROSPEZIONE E UNA RECITAZIONE SOLO SUA
“Sylvester Stallone ha lavorato molto su se stesso per capire chi è come artista e come padre di famiglia”, afferma Zimny. Che ha anche raccontato di come si sia innamorato di quella famiglia, durante le riprese, di come tutto sia pervaso d‘amore (Stallone ha sposato Jennifer Flavin nel 1997 e, insieme, i due hanno avuto Sophia, 27, Sistine, 25, e Scarlet, 21). Ciò che più ha impressionato il regista è stato però il desiderio di creare che Stallone ha. Se i più lo associano ai personaggi interpretati in film come Rocky, Rambo e I Mercenari, Sly non è (solo) un uomo d’azione. Possiede centinaia di taccuini scritti a mano, sintomo della sua voglia di perfezionarsi, di inserire in ogni film qualche scampolo della sua vita. Ed è forse per questo, che è così amato. Oltre alle pistole, ai pugni e ai coltelli, nei suoi film c’è Sylvester Stallone uomo, ragazzo e bambino. Con ciò che ha vissuto, con ciò che ha costruito, con ciò che ancora vorrebbe fare.