(di Tiziano Rapanà) Che sarà? Boh! Non ho ben capito la struttura creativa del nuovo programma di Rai 3, Chesarà… (tutto attaccato e con tanto di puntini di sospensione), condotto da Serena Bortone e che prende il posto de Le parole di Massimo Gramellini. Si passa da una visione del mondo precisa ad un programma indecifrabile (più vicino al format del tavolo di Che tempo che fa e all’allure nazionalpopolare di Oggi è un altro giorno). Serena Bortone vuole azionare una conduzione incentrata sulla simpatia, ma l’intento – seppure meritorio – appare fuori contesto in un programma fondato sui discorsi sul bene, sul bello e sulle cose giuste. Non a caso si inaugura con Corrado Augias, che dice la sua sulla migrazione, sull’importanza dell’euro eccetera. Il programma non ha una vera e propria ossatura, un punto di forza giocato su un’intenzione o un’idea innovativa legata alla parola o alla prossemica della presentatrice o degli ospiti. Semplicemente Chesarà… è una serie di dialoghi a due e di vari momenti à la talk con ospiti in studio che discutono dell’attualità. Quindi, nelle due puntate andate in onda il sabato e la domenica, si passa da Alessandra Mussolini che annuncia di aver scritto un libro a Matteo Bassetti che fa il punto della situazione sul Covid. Nel mezzo, dibattito dibattito dibattito con vari ospiti di destra e sinistra. A Francesco Paolantoni tocca l’ingrato compito di accendere una situazione comica in un contesto troppo serioso: fatica a raggiungere l’obiettivo, ma non ha colpa (il suo talento è noto, purtroppo non ha trovato la casa giusta per poter illuminare la propria inventiva). Il programma è debole e gli ascolti non perdonano (prima e seconda puntata portano a casa, rispettivamente, il 3,6% e 4,1% di share). Bisogna lavorare tanto per migliorare e trovare un’identità definita che possa convincere e fidelizzare il pubblico. Il programma aggiorna, ma non supera, Oggi è un altro giorno. Lo adatta, e in parte lo reinventa, per il caro vecchio ceto medio riflessivo.