Yorgos Lanthimos e Cailee Spaeny sono stati tra i grandi protagonisti dell’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il primo, regista di Poor Things (Povere creature!), è tornato a casa col Leone d’Oro, conquistando dunque il riconoscimento più ambito e prestigioso della rassegna organizzata dalla Biennale. La seconda, rivelazione e sorpresa, ha portato a casa la Coppa Volpi nella categoria migliore attrice (mentre il premio di migliore attore è andato a Peter Sarsgaard per Memory).
Lanthimos: “Il dono più grande”
Il regista greco ha commentato così ai microfoni di Sky TG24 la sua vittoria: “È fantastico. È il dono più grande per un film e per un cineasta. Sono molto felice – ha detto dopo aver ricevuto il Leone d’Oro dalle mani del collega Damian Chazelle, presidente di giuria di Venezia 80, al termine della cerimonia di premiazione presentata dalla madrina Caterina Murino –. Parla delle donne e di una donna in particolare, ma anche di quanto gli uomini siano complicati e come possono complicare il mondo.”
Spaeny: “Dedicato a Priscilla”
Grande soddisfazione anche per l’attrice e cantante statunitense di 25 anni, scelta da Sofia Coppola per interpretare il ruolo di protagonista in Priscilla, il biopic sulla moglie di Elvis Presley. “Lo dedico a Priscilla Presley, tutto questo è per lei – ha detto Spaeny –. È stata così vulnerabile, sincera e aperta nel raccontarci la sua storia che non potrei aver fatto nulla senza di lei”.
I premiati di Venezia 80
Il Leone d’Argento – Premio per la miglior regia è andato a Matteo Garrone per “Io capitano”, il cui attore protagonista Seydou Sarr ha ricevuto il Premio Marcello Mastroianni per il miglior attore emergente. Il Premio degli spettatori di Orizzonti Extra a “Felicità”, la pellicola diretta da Micaela Ramazzotti. Il Leone d’Argento – Gran premio della giuria è stato assegnato ad Aky wa sonzai shinai di Ryusuke Hamaguchi (Giappone). Hamaguchi è il regista premiato con l’Oscar per il suo Drive My Car.
Il premio per la migliore sceneggiatura è stato vinto da Guillermo Calderón e Pablo Larraín per il film El Conde di Pablo Larraín (Cile).
Premio speciale della giuria a Zielona granica (titolo internazionale: Green Border; titolo italiano: Il confine verde) di Agnieszka Holland (Polonia, Repubblica Ceca, Francia, Belgio). Green Border racconta la storia di migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. “Voglio dedicare questo premio agli attivisti e alle persone che stanno aiutando”, ha detto Holland.
Il Premio Orizzonti per il miglior film è andato a Explanations for everything (titolo italiano: Una spiegazione per tutto), regia di Gábor Reisz (Ungheria).
Il Premio Orizzonti per la miglior regia se l’è aggiudicato Paradiset brinner (Il paradiso brucia, Svezia) di Mika Gustafson.
Il premio speciale della giuria, sempre Orizzonti, va a Una sterminata domenica di Alain Parroni (Italia).
Il Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile è invece per Margarita Rosa De Francisco per El paraíso, regia di Enrico Maria Artale (Colombia).
Il Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile è stato assegnato a Tergel Bold-Erdene per Ser ser salhi, regia di Lkhagvadulam Purev-Ochir (Mongolia), ritirato da Katia Khazak.
Il Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura è andato al film El paraíso di Enrico Maria Artale.
Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio: A Short Trip, regia di Erenik Beqiri (Albania).
Il Premio degli spettatori di Orizzonti Extra va a Felicità, il film diretto da Michela Ramazzotti, la quale si emoziona e piange. Mentre ritira il premio di Armani Beauty assegnato dal pubblico per Orizzonti Extra, afferma: “Ci ho messo l’anima per arrivare al vostro cuore, al pubblico: questo premio lo dedico a chi sta vivendo un momento difficile, nell’infelicità. L’infelicità può durare a lungo ma bisogna lottare a lungo per la felicità, cosa di cui abbiamo bisogno”.
Il Leone del futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis” è stato assegnato a Love is a Gun di Lee Hong-Chi (Cina).
Per quanto riguarda Venezia Classici, il Miglior film restaurato è Ohikkoshi (Moving) regia di Shinji Somai (Giappone) e il Miglior documentario sul cinema è Thank you very much di Alex Baverman. Nella foto, Andrea Pallaoro, presidente della giuria Venezia Classici.