Addio a Robbie Robertson, storico leader di The Band che accompagnò Bob Dylan

Addio a Robbie Robertson, storico leader di The Band che accompagnò Bob Dylan

Il mondo del rock piange Robbie Robertson, uno dei più grandi cantautori e musicisti della storia del genere. Robertson è morto a 80 anni circondato dalla famiglia. In veste di chitarrista e autore principale di “The Band”, gruppo che ha lungo accompagnato Bob Dylan, Robertson ha estratto dalla musica e dalla storia americana classici come “The Weight” e “The Night They Drove Old Dixie Down”. In seguito ha lavorato alle colonne sonore di diversi film di Martin Scorsese, tra cui “The Departed” e “The Irishman”.

Robbie Robertson era un musicologo e narratore autodidatta che aveva assorbito tutto ciò che è americano, dai romanzi di William Faulkner al rovente blues di Howlin’ Wolf fino alle armonie gospel degli Swan Silvertones. Dagli anni come magistrale gruppo di supporto di Bob Dylan alla fama come gruppo autonomo, la Band ha influenzato profondamente la musica popolare negli anni 60 e 70, dapprima amplificando la transizione di Dylan da artista folk a rockstar e poi assorbendo le opere e le influenze dello stesso Dylan, modellando un nuovo suono immerso nel passato americano.

Robertson, nato in Canada, aveva abbandonato la scuola da ragazzo. Era egli stesso il simbolo del melting pot nordamericano – in parte ebreo, in parte Mohawk e Cayuga. Si innamorò dei suoni del suo Paese di adozione, gli Stati Uniti, in un momento in cui la guerra del Vietnam aveva alienato milioni di giovani americani. Prese consigli per la chitarra da Buddy Holly, ascoltò le prime esibizioni di Aretha Franklin e dei Velvet Underground, fumò erba con i Beatles, si intrattenne con Jimi Hendrix quando questi era un musicista in difficoltà che si faceva chiamare Jimmy James.

La band iniziò come gruppo di supporto per la star del rockabilly Ronnie Hawkins nei primi anni 60. Durante gli anni trascorsi a suonare nei bar forgiarono una profondità e una versatilità che li apri’ praticamente a qualsiasi tipo di musica in qualsiasi tipo di ambiente. Oltre a Robertson, il gruppo comprendeva il batterista e cantante dell’Arkansan Levon Helm e altri tre canadesi: il cantautore e bassista Rick Danko, il cantautore e tastierista Richard Manuel e il mago della musica Garth Hudson. Originariamente si facevano chiamavare gli Hawks, ma alla fine divennero The Band, proprio perché quello era il nome con il quale il pubblico li indicava quando erano sul palco con Dylan: “la band”.

Il meglio della loro carriera come gruppo autonomo è riassunto nei primi due album: “Music from Big Pink” e “The Band”, entrambi pubblicati alla fine degli anni 60. Con la scena rock che si stava allontanando dalle stravaganze psichedeliche quei lavori rappresentavano il suono del ritorno a casa: l’atmosfera era intima, i testi alternativamente giocosi, criptici e struggenti, tratti da musica blues, gospel, folk e country.

Attraverso i “Basement Tapes” che avevano realizzato con Dylan nel 1967 e attraverso i propri album, la Band è stata accreditata come uno degli esempi fondanti per la musica americana o roots. La Band suonò al festival di Woodstock del 1969, non lontano da dove vivevano, e divenne talmente nota da apparire sulla copertina di “Time”. Ma lo spirito dietro i loro migliori dischi si stava già dissolvendo. Album come “Stage Fright” e “Cahoots” furono deludenti anche per Robertson, che riconobbe la fatica di individuare nuove idee.

Andarono spesso in tour, registrando l’acclamato album dal vivo “Rock of Ages” al Madison Square Garden e si unirono a Dylan per gli spettacoli del 1974 che portarono a un altro concerto molto apprezzato, “Before the Flood”. Ma nel 1976, dopo che Manuel si ruppe il collo in un incidente in barca, Robertson decise che aveva bisogno di una pausa dai concerti e organizzò l’ultimo saluto del gruppo, in un raduno di star al Winterland Ballroom di San Francisco. Tra i nomi degli artisti che salirono sul palco per l’Ultimo Valzer’ quelli di Dylan, Van Morrison, Neil Young, Muddy Waters e molti altri. Il concerto venne filmato da Martin Scorsese e poi proposto nel celebre documentario “The Last Waltz”, uscito nel 1978.

Nato a Toronto, in Canada, da madre nativa americana, nel 1994 Robertson pubblicò in omaggio alle sue radici “Music For the Native Americans”, terzo album solista della sua carriera e colonna sonora del documentario televisivo “The Native Americans”. L’album è la prima incursione di Robertson nella scrittura di musica specificamente ispirata alle sue origini Mohawk.

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