Arriva l’attesissima terza stagione della pluripremiata serie The Morning Show, interpretata e prodotta da Jennifer Aniston, Reese Witherspoon e in uscita il 13 settembre su Apple Tv + con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuove puntate settimanali ogni mercoledì, fino all’8 novembre.
Già vincitrice di Emmy, SAG e Critics Choice Award, è stata confermata per una quarta stagione. La serie, che svela le dinamiche di potere sul posto di lavoro del network televisivo UBA nei nuovi episodi vede come il futuro della rete è messo in discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA.
Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i propri principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è guidato da Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.
La seconda stagione di The Morning Show, disponibile su Apple TV+, ha ricevuto una nomination agli Emmy come Miglior attrice protagonista in una serie drammatica per Reese Witherspoon, una nomination come Miglior attore non protagonista in una serie drammatica per Billy Crudup, che lo aveva già vinto per la prima stagione, e una candidatura a Miglior guest star femminile in una serie drammatica a Marcia Gay Harden.
Nella prima stagione, Billy Crudup, nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come Attore non protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice Award, mentre, grazie all’interpretazione di Alex Levy, Jennifer Aniston ha ricevuto un SAG Award per la Migliore interpretazione in una serie drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination dalla Television Critics Association come Outstanding New Program e un TV Choice Award per Best New Drama. Prodotto di punta di Apple TV , la serie offre un’indagine approfondita e intricata delle dinamiche di potere che si manifestano nell’industria dei media, proponendo un buon esempio di autoanalisi e di lettura delle differenze di genere nell’ambiente lavorativo più esposto negli Stati Uniti.