E non c’è Alda D’Eusanio

E non c’è Alda D’Eusanio

(di Tiziano Rapanà) E mica si deve sempre aspettare maggio per esternare un dispiacere. Una sera qualsiasi, no!, proprio ‘Na sera sarebbe d’obbligo. Ma io non ho appuntamenti e non ci sono signore che brigano per farmi patire pene d’amore. Non mi dicono sì e poi pensano ad un altro, come nella canzone. Se ne può parlare anche a luglio, nel tempo della calma che saluta l’afa opprimente. Non posso aspettare maggio dell’anno venturo, mi capirete. Quindi anche a luglio, a palinsesti presentati, posso esternare il mio rammarico. Alda D’Eusanio non farà parte della prossima stagione televisiva (salvo belle novità, che – al momento – non si palesano). Alda è una signora della tv, una professionista di lungo corso, una grande abruzzese (ed io simpatizzo sfacciatamente per l’Abruzzo e gli abruzzesi). Non c’è Alda nella nuova architettura televisiva, un programma per il suo talento non si è materializzato. È ingiusto pensare ad un agire televisivo senza la presenza vivace, frenetica, intellettualmente audace di D’Eusanio. Il resto è curiosità da postura lessicale curiale, cercare l’istituzionale in ogni spazio financo nelle finestrelle legate al passatempo. Nemmeno il quiz si è salvato: la liturgia lo ha immobilizzato e non è uscito mondato dalla volontà di standardizzarlo. La spudoratezza di una parola intelligibile, a suo modo francescana, non la si vede nell’atto scalmanato dello zapping. E non scambiate la chiarezza per la faciloneria e la pochezza di chi non ha superato la terza elementare. Io parlo di studio di una comunicazione, di volontà di farsi capire. Vade retro sempliciotti, aspiranti dominatori di spazi popolareschi. Qui serve rispetto e costruzione. Si deve realizzare qualcosa di valido e degno. Fate tornare Alda D’Eusanio. Possibilmente subito.

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