Giuseppe Cederna, l’oste di “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores… serve ai tavoli in una taverna nell’isola greca di Karpathos, Dodecaneso. Ed è il caso di dirlo: spesso la realtà supera la finzione cinematografica, anche se si tratta di una pellicola premio Oscar, che nel 1992 vinse come miglior film straniero. L’attore e scrittore cucina, sparecchia, porta souvlaki e mussaka ai clienti e si intrattiene con loro.
A raccontarsi a La Gazzetta di Mantova è lo stesso ex soldato Farina (il personaggio interpretato da Cederna nel film di Salvatores, ndr) che spiega: “Mi trovavo qui durante la prima ondata di Covid da allora io e la mia compagna abbiamo stabilito questa amicizia con la gente del luogo e in particolare con i gestori della taverna. Ogni tanto ritorniamo e stiamo qui per qualche settimana…”.
Proprio come nel film “Mediterraneo”, che narra la storia di un gruppo di soldati italiani approdati su un’isola greca, nel 1941, con lo scopo di occuparla. La guerra però andò in una direzione non prevista e il plotone venne “dimenticato” per quattro anni laggiù, fino a quando non arrivarono gli inglesi per riportare i greci nella loro terra e gli italiani a casa. Nel frattempo però gli otto soldati si erano lasciati letteralmente sedurre dalla Grecia, dalla sua gente, dalle sue donne, dai suoi colori e dai suoi profumi. Al punto che uno di loro, Antonio Farina, il più giovane, interpretato proprio da Giuseppe Cederna, scelse di rimanere per aprire una taverna insieme a Vassilissa, la prostituta dell’isola, di cui si era perdutamente innamorato.
E anche Cederna si è innamorato, della Grecia e in particolar modo dell’isola di Karpathos (che non è quella in cui è stato girato “Mediterraneo”, le cui riprese si sono svolte a Kastellórizo, sempre nel Dodecaneso, ndt), dove torna abitualmente da anni ormai, per qualche settimana, con la sua compagna a dare una mano nella taverna di Avlona, aiutare in cucina, fare il cameriere, i lavori di campagna.
“Qui ho anche imparato a fare il contadino. Taglio il grano, raccolgo pomodori, zucchine. E sto con i miei amici”, racconta Cederna al Corriere della Sera di Milano, spiegando come il legame che si è instaurato con la gente del posto e con l’isola stessa sia “viscerale” e profondo: “Organizzo e sposto tutti i miei impegni cinematografici e teatrali per ricavare questa finestra. Per me venire qui è una necessità quasi fisica. Non riesco a farne a meno”.
A Kastellorizo, dove fu girato il film, Cederna tornerà dal 21 al 27 luglio per presentare a un festival internazionale il suo ultimo documentario “Su questa terra”.
“Per me quest’isola rappresenta la giovinezza. Ogni volta che torno sento viaggiare la memoria, e rivedo davanti a me i miei compagni di film. Ci immagino di nuovo ragazzi, quasi sconosciuti. Giro per i vicoli, al mattino o alla sera tardi, da solo, e immagino di parlare con Abatantuono, Antonio Catania, Claudio Bigagli… mi fa una tenerezza incredibile”.