I Pinguini Tattici Nucleari per la prima volta a San Siro, una festa con sessantamila voci

I Pinguini Tattici Nucleari per la prima volta a San Siro, una festa con sessantamila voci

Osservare dall’alto sessantamila persone che cantano, si muovono, ridono e piangono dalla felicità, ma anche dalla commozione, lascia senza parole. Quello che in dieci anni di carriera sono riusciti a fare in tredici anni di carriera ha dell’incredibile. O meglio: c’è della magia, e del talento, non c’è niente da fare. Quello che, però, rende questo gruppo nato a Bergamo nel 2010 ancora più speciale è la semplicità che, nel corso degli anni, è rimasta immutata. Sarà forse questo il loro segreto, quello che li fa amare così tanto da tutti, senza distinzioni di età? Me lo sono chiesta più volte durante la loro prima data a San Siro, sold out da mesi e mesi. Un tutto esaurito che non è cosa di tutti, anzi. È soprattutto per pochi. E tenere vivo un concerto per più di due ore non è semplice. I Pinguini Tattici Nucleari, però, ci sono riusciti. E il loro primo live alla Scala del calcio è diventato una festa, con sessantamila voci.

GIOVANI WANNABE
Il concerto si apre con un’intro, poi arriva “Zen”, anche se la festa vera inizia con il successo “Giovani Wannabe”: questo concerto è proprio felicità di pillole, e si sente dalle prime note. Riccardo Zanotti, il frontman del gruppo (che per tutta la durata del live indosserà abiti con la scritta “Fake News”, titolo dell’album uscito il 2 dicembre 2022, e che contiene anche la hit “Giovani Wannabe”) è visibilmente emozionato, ed è bellissimo. E qui si vede la bellissima semplicità (che ha solo sinonimi positivi) di questo gruppo: lasciar trasparire ogni emozione, che si vive canzone dopo canzone. Il concerto si suddivide in quattro parti, ed ognuna è scandita da parti in acustico, ma anche dialoghi con i fan, con cui la band chiacchera, a cui spiega il significato e l’importanza delle canzoni. Come con “Cena di classe” e “Irene”, che il gruppo dedica ai precari.

“DIECI ANNI FA FACEVO LA MATURITÀ”
“C’è qualcuno che ha fatto gli esami di maturità, o magari li sta finendo?” chiede Riccardo ai sessantamila amici di San Siro. “Io dieci anni fa, proprio in questo periodo, stavo facendo la maturità. Qualcuno ha fatto il classico? O lo scientifico?” aggiunge il frontman. I ragazzi si raccontano e descrivono il percorso di studi che hanno terminato alcuni anni fa, occasione perfetta per introdurre la canzone “Cena di classe”, a cui segue un altro spazio in acustico, che a sua volta precedere l’inizio di un’altra parte del concerto, scandito da “Irene”, “Dentista Croazia” e “Ridere”.

L’INTERPRETAZIONE (BELLISSIMA) NELLA LINGUA DEI SEGNI
È sempre bello quando i Pinguini raccontano come sono nascono le loro canzoni, dei racconti di vita “vissuta”. Parlano di come è stata scritta “Dentista Croazia”, grazie ad un pulmino che veniva usato proprio da alcune persone di mezza età per andare in Croazia a fare delle operazioni ai denti…mezzo di trasporto che poi i Pinguini usavano per andare a fare i concerti. Poi, però, arriva sul palco Georgina, con il suo sorriso grande. Georgina fa qualcosa di stupendo: interpreta “Ridere” nella lingua dei segni. Un’esplosione di gioia, come quella che si sente quando verso la fine della terza parte del concerto, viene fatto un medley di brani più o meno noti alla consolle. Poi “Rubami la notte”, che lunedì ha ottenuto il disco di platino. E poi, la parte finale.

LA PARTE FINALE CON L’ORCHESTRA
“Tra poco rientriamo per gli ultimi tre brani. Ma mi raccomando, raga: voi continuate a cantare. Potete cantare Fix You, La nuova stella di Broadway…quello che volete. Ma se non cantate non rientriamo!” dice sorridendo Riccardo Zanotti. E tutti seguono le indicazioni: cantano. Poco dopo entra l’orchestra, e poi i Pinguini che concludono il loro primo San Siro con “Ringo Starr”, “Scrivile Scemo” e “Pastello Bianco”. È arrivato il momento dei saluti, ma prima i ringraziamenti, a tutti. I titoli di coda scorrono sui maxischermi, come del resto tutte le persone che hanno contributo a questo concerto, tutto sulle note di “Fuori dall’Hype”. “Ma soprattutto: grazie a voi raga!” urla felice Riccardo Zanotti. La felicità, da ieri sera, ha un nome: Pinguini Tattici Nucleari.

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