(di Tiziano Rapanà) Non si annuisce mai alla retorica di un dubbio, perché è tutta posa. Giusto un appiglio per dirsi intellettuali e camminare a testa alta tra i portici della propria prosopopea. Dovrei starmene zitto e tenere le dita a posto, senza farle scorrere sulla tastiera del pc. Ma più ci penso e più mi viene voglia di parlarne e giunto a questo punto preferirei scrivere del genio di Gianni Bella. Comunque dopodomani Rai 3 trasmetterà il gran finale del premio Strega. E già mi sovviene lo scoramento al pensiero del vincitore che, immancabilmente, giubilerà sull’altare del trionfo con l’immancabile bottiglia del liquore Strega. Scoramento non per l’atto della vittoria, sempre bella e positiva, eppoi il liquore Strega è un must, un capolavoro della nostra enogastronomia. No, no, io penso ad altro. Immagino quando, immancabilmente, il vincitore berrà a canna, ossia dalla bottiglia. Scrivere è una questione di charme, che prevede il rispetto di rigidi protocolli attinenti al bon ton. Geppi Cucciari, splendida conduttrice della trasmissione, mi affido a lei e al suo buon cuore per fermare l’inguardabile. Pigliate un bicchierino e bevete in maniera appartata. Vi prego, evitiamo la villanata. Buona gara ai finalisti. I premi certificano e consolidano ma l’affetto del lettore è la vera ambizione da coltivare. Viva il premio Strega!