(di Tiziano Rapanà) Non si debbono sindacare le opinioni. E quindi potrei stare qui a bighellonare con la mente, con un pensiero sulla vacuità degli eventi del mondo. Edificheranno altri templi del conformismo e non basterà nemmeno emigrare in un altro pianeta. Tuttavia si deve vivere con quello che non c’è. Ossia: il senso del buon gusto di sottrarsi alla geremiade del quotidiano. Il chiasso non mi piace. Comunque si è fatto un gran parlare sul possibile arrivo di Luciana Littizzetto a Tú sí que vales (prima serata, Canale 5). L’anticipazione ha creato curiosità e qualche dissenso. Tra le voci dissonanti, Rita Dalla Chiesa (storica presenza della generalista e, ora, deputata di Forza Italia): “Non giudico, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Felice che approdi a Mediaset. Sarà importante però la coerenza che dimostrerà, ricordandosi di tutte le battute che hanno fatto in questi anni sul presidente Silvio Berlusconi. Se la notizia fosse vera, infatti, andrebbe a lavorare a casa sua”. Io non ci vedo nulla di anomalo: è il mercato. Il tempo dirà sugli ascolti e sulla riuscita del programma. Mi permetto una piccola riflessione, un po’ fuori tema. Littizzetto è stata la regina incontrastata degli spazi comici di Rai 3: attenzioni mediatiche di rilievo e meritate lodi sperticate per lei (tranne dai giornali di destra ingiustamente astiosi). Rita Dalla Chiesa, dopo la fine della sua esperienza ventennale in Forum, ha faticato a trovare uno spazio adeguato in tv. Ha fatto delle cose intelligenti, passate inosservate. La più interessante andò in onda (anni fa) su Radionorba: Le donne lo sanno con Monica Setta e Loredana Lecciso. Al netto di ogni possibile costruzione di un’osservazione, penso alle ingiustizie della vita. Dalla Chiesa avrebbe meritato, nel suo campo, le stesse attenzioni di Littizzetto. Rivendico il diritto all’incoerenza e al tempo stesso spero di rivedere Dalla Chiesa al timone di un programma.