(di Tiziano Rapanà) Ho perso la testa e non la voglio ritrovare. Sospendete ogni eventuale ricerca. Voglio un calembour per evitare di affogare nel cattivo gusto. Il mio regno per un calembour, che vale meno di un cavallo. Solo Gianni Macheda può, spero, darmi conforto intellettuale con le sue freddure su ItaliaOggi. Perdere la testa è bello, eppure in quella testa c’era tutto lo splendore di Martina Franca. Meraviglia che non visito da un po’ ma mi sovveniva il ricordo di una città incastonata nel sogno. Martina Franca on my mind, si direbbe. Eppure non è il caso di scomodare il classico. Ma ognuno ricorda quello che vuole e se proprio debbo santificare una cover preferisco I got a woman nella versione di Elvis Presley (e sempre viva il genio di Ray Charles che l’ha scritta). Martina Franca mi ricorda tre eminenti nomi dello spettacolo italiano: Beppe Convertini, Lucio Montanaro e Martino Meuli. Convertini è il nuovo co-conduttore di Unomattina in famiglia (Rai 1, nei weekend della prossima stagione con Monica Setta e Ingrid Muccitelli), Tiberio Timperi prende il timone dei Fatti Vostri (Rai 2). Convertini è il volto di una televisione educata che non ammicca alla sozzura odierna, il vocabolario non conosce la volgarità. Il sorriso è aperto alla cordialità, che è naturale automatismo. Lucio Montanaro è un genio della comicità. Tanti film, capisaldi del sentire popolare degli anni Settanta e Ottanta. Per noi pugliesi, è stato il testimonial degli spot dei mobili Colazzo. Di lui mi resta un’immagine cinematografica tendente al sorriso con Antonio Allocca in un vecchio film interpretato da Mario Merola. La memoria è fallace e non è il caso di scomodarla ma il personaggio di Ciccio rimane in quel piccolo pantheon visivo che è stato infanzia e adolescenza. Ciccio/Montanaro serenamente acquiescente alle riflessioni di Allocca nel film Giuramento: “Lo vedi? Anche Ciccio è d’accordo!”. E adesso spazio a lui, Martino Meuli (nella foto, che vedete in alto a sinistra, c’è lui). Questo piccolo grande attore è semplicemente irresistibile. Lo guardi e ti viene da ridere. Un comico di temperamento, il gene dell’umorismo riluce nel suo DNA. Martino è originario di Marcinelle, in Belgio, vive felice a Martina Franca. Ha cominciato a muovere i primi passi nello spettacolo, giovanissimo, con una breve apparizione nell’Infermiera di notte, di Mariano Laurenti. Ha preso parte a tanti spettacoli, film, fiction. Deve tutto a Marco Milano, il mitico Mandi Mandi, suo mentore e scopritore. Milano è un fantasista della comicità, un unicum straordinario che ha inventato nuovi codici di creazione dell’umorismo. Martino è stato inviato, per Simona Ventura, in Quelli che il calcio, ha partecipato a due edizioni di Colorado Cafè Live, la trasmissione cult di Italia1. Segnalo anche la partecipazione al programma Candid Camera club, andata in onda sulla vecchia emittente satellitare Happy Channel. Forse voi lo ricorderete per le sue partecipazioni nei grandi film come È stato il figlio di Daniele Ciprì e Tolo tolo di Checco Zalone. Vi appare chiaro che Martino abbia un curriculum importante da grande attore navigato. Tuttavia la vita si è mostrata ingiusta e non gli ha dato quella grande possibilità di diventare uno dei colonnelli dell’umorismo nostrano. Ha avuto successo con la fiction Mediaset Fratelli Caputo: qui, potete notarlo negli irresistibili duetti con Nino Frassica. Tenete d’occhio Martino, un attore jolly che riesce a far ridere con un solo sguardo, una piccola smorfia. Guardate su Youtube le sue prodezze, per capire la grandezza della creatività di Martino. Per me fa parte del pantheon dei grandi caratteristi del cinema italiano. Io vedo Martino insieme ai giganti come Nino Terzo, Enzo Andronico, Umberto D’Orsi, Gianni Agus, Gigi Ballista. Un grande che merita un successo degno dei divi di casa nostra. Potrei anche finirla qui ma mi hanno detto che la mia testa è stata ritrovata. “Non la voglio, non inzigate!”, ribatto. Ma loro insistono e obtorto collo me la ripiglio. Dovrei accendere la candela del disdoro ma la pigrizia me lo impedisce.