L’Alliance of Motion Picture and Television Producers ha concluso con la Directors Guild of America “un accordo storico” preliminare per definire “significativi miglioramenti”, dalle retribuzioni alle sfide dell’intelligenza artificiale. Il traguardo lascia intravedere i potenziali effetti sullo sciopero indetto all’inizio di maggio dal Writers Guild of America, tuttora in corso.
“Abbiamo concluso un accordo davvero storico”. Jon Avnet, capo del comitato di negoziazione della Directors Guild of America, la corporazione dei registi cinematografici e televisivi statunitensi, ha annunciato in un comunicato di aver proposto agli Studios di Hollywood un accordo preliminare che “fornisce significativi miglioramenti per ogni regista, assistente alla regia, direttore di produzione, direttore associato e direttore di scena nella nostra corporazione”. L’accordo provvisorio, che il prossimo martedì sarà esaminato dal Consiglio Nazionale della Dga, prevede infatti progressi sulle retribuzioni nella misura del 5% nel primo anno di contratto, del 4% nel secondo e del 3,5% nel terzo, sicurezza del lavoro, diritti d’autore nello streaming, diritti creativi, diversità e protezione dei lavoratori in relazione alle sfide dell’intelligenza artificiale. “Questo accordo riconosce che il futuro della nostra industria è globale e rispetta il ruolo unico ed essenziale dei manager e dei loro team mentre ci muoviamo verso quel futuro” ha dichiarato in un comunicato Lesli Linka Glatter, Presidente della Directors Guild of America. “Poiché ogni nuova tecnologia genera cambiamenti significativi, questo accordo garantisce che ciascuno dei 19.000 membri della Dga possa condividere il successo che creiamo tutti insieme”.
L’industria dell’intrattenimento scoprirà presto i potenziali effetti prodotti dall’accordo dei registi sullo sciopero indetto all’inizio di maggio dal Writers Guild of America, il sindacato degli sceneggiatori statunitensi, per protestare contro le case di produzione e di distribuzione in seguito al fallimento delle trattative con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers sul rinnovo del contratto di settore. Più di 11.000 membri invocano infatti un aumento degli stipendi in linea con l’inflazione, un incremento dei tassi di diversità delle produzioni e degli incentivi pagati dalle piattaforme di streaming per ritrasmettere serie o film nei mercati internazionali e miglioramenti nei piani pensionistici e nell’assicurazione sanitaria. Immediate le ripercussioni nel settore, che hanno interrotto la produzione di nuovi episodi di programmi televisivi settimanali come Jimmy Kimmel Live! o The Tonight Show Starring Jimmy Fallon e di serie tv come Stranger Things, The Last of Us e Andor. Finora, più di 50 progetti hanno risentito dello sciopero e secondo le stime dell’Amptp il numero potrebbe salire fino a 600. L’ultimo sciopero degli sceneggiatori, durato quasi 100 giorni, risaliva al 2007 e ha contato una perdita di 2,1 miliardi di dollari e il licenziamento di 37.000 professionisti.