Giorgio Pasotti: “Penalizzato dalla bellezza, per mia figlia sono un attore ormai vecchio”

Giorgio Pasotti: “Penalizzato dalla bellezza, per mia figlia sono un attore ormai vecchio”

Giorgio Pasotti è uno degli attori più noti nel parterre di interpreti italiani, con esperienze anche fuori dal contesto nostrano che, però, non sempre sono andate come avrebbe sperato: “L’esordio a Hollywood è stato disastroso” dichiara in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ripercorre i momenti più importanti della sua carriera e del suo vissuto.

Gli inizi della sua carriera sono stati a dir poco particolari, dal momento che dai 19 ai 22 si trovava in Cina, all’Università dello Sport qualche tempo dopo la rivoluzione di piazza Tienanmen. In quegli anni ha imparato le arti marziali, che gli hanno aperto la strada in tre produzioni cinematografiche, e pensare che parte di questo risvolto lo deve a suo padre:

Aveva un negozio di oggettistica orientale e conosceva un antiquario di Pechino che mi parlò di questa università, equivalente dell’Isef. Mi ci portò per un corso estivo a 14 anni.
I suoi ricordi di quel periodo, nonostante le difficoltà, sono più che positivi: “Indossavano tutti la divisa di Mao Zedong, il libretto rosso in tasca, vedevi solo bici. Mangiavo in mensa, la mia stanza era un loculo due metri per tre. Sono stato privato di tante cose rispetto ai miei coetanei. Ho goduto di quel momento irripetibile, tre anni dopo la rivoluzione studentesca”.

In quegli anni inizia la sua carriera da attore, fu scritturato per ben tre film e con i primi soldi si concesse viaggi nel sud est asiatico, ma se gli si chiede cosa avrebbe voluto fare, la risposta è “il mandriano in Canada, o il produttore musicale”, quest’ultima è una passione trasmessagli dal padre, Mario, diplomato al Conservatorio. E invece è poi si è avvicinato al cinema, una volta tornato in Italia, dove è stato scelto da Daniele Luchetti per “Piccoli maestri”:

È il ruolo cui sono più affezionato. Durante la guerra il primo dei fratelli di mio padre morì a 16 anni, fucilato dai fascisti, e l’idea di interpretare uno studente che aveva deciso di abbracciare la Resistenza mi era sembrato la restituzione alla mia famiglia di qualcosa che non so definire
Non sono mancate esperienze anche oltreoceano, ma il riscontro non è stato particolarmente positivo:

Disastrosissimo. Nel 1995, con The Dragon Fury II. A Los Angeles ci sono dei giornali che ti informano di tutti i provini, dai super cast ai film di serie Z. Per uno di questi cercavano un ragazzo esperto di arti marziali. Forte dei miei tre film in Cina mi presentai e mi scelsero per due ruoli, uno da uomo mascherato e uno in cui dovevo recitare: tagliarono le scene in cui recitavo e tennero l’altro, che veniva ucciso subito.


Attore, ma anche regista, a breve inizierà le riprese del suo terzo film da regista, di cui è anche protagonista e a questo proposito dichiara di aver patito l’approccio che la critica ha avuto nei confronti del suo primo film, dal titolo Abbi fede: “Fu ingiustamente non amata dalla critica. Ma a ferirmi è stato quel liquidare a priori il fatto che un attore potesse fare anche il regista”. In fatto di pregiudizi c’è anche quello che riguarda l’aspetto fisico, alla domanda se ha dovuto scontare il fatto di essere un bell’uomo, Pasotti risponde: “Per molti anni è stato così”.

Il 22 giugno Giorgio Pasotti compirà 50 anni e volendo fare un bilancio di quelle che sono state le emozioni più belle che ha vissuto sono state “la nascita della figlia, Maria” avuta dalla collega Nicoletta Romanoff e poi quelle legate allo sport:

Vincere una gara importante e salire sul gradino più alto del podio è una delle gioie più grandi che un essere umano può vivere, perché solo tu sai quali sacrifici ti hanno portato fin lì. Alle prime note dell’Inno di Mameli cominciai a piangere come un bambino. Una gioia non paragonabile ai premi ricevuti da attore
Riguardo a sua figlia, che ora ha 13 anni, rivela che inizialmente la sua popolarità la rendeva gelosa, ma adesso risente dell’avere un padre famoso, ma non guarda tutti i suoi film: “Alcuni sì, la maggioranza no: per lei sono un attore del paleolitico, del cinema muto” e poi aggiunge una riflessione: “La paternità fa bene alla categoria. Gli attori sono egocentrici e narcisisti: è salutare sentire di non essere più al centro del mondo”.

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