(di Tiziano Rapanà) E vorrei che le persone evitassero di fare pensieri filogovernativi. E non di questo governo, non c’entra l’agire politico, ma di tutti i governi. L’idea stessa di volersi fare governare da un’ideologia, un capo tribù, un mistico, un legionario del proprio successo da TikTok, un presunto rabdomante (probabile millantatore). Esistono tante forme di governo che albergano la mente. Anche farsi governare dall’amore è sbagliato, non porta a nulla. Così come il governo della propria ambizione, di pensarsi con le scarpe da tip tap a solcare le scalinate della popolarità, è qualcosa che rasenta l’assurdità. Il cinema dovrebbe mettere in guardia ma si riduce a fare della narrativa. Ahinoi! Siamo stati fregati dalla ricerca del senso. E così arrivano le mosche bianche, vanno per fatti loro e chi se ne frega degli altri. Roger Fratter le inventa, le dirige e le manda in giro per il mondo: piccoli film come idee di libertà, refrattaria all’adattamento. Ecco un’altra mosca: Tutte le donne di un uomo da nulla. Domani svolazzerà su Lombardia Tv (canale 80 del digitale terrestre della Lombardia). Trama, personaggi… non conta dire ma vedere, assistere all’evento. E io non ho parole per convincere. E perché dovrei? Il film è lì: pronto anche all’eventualità di non essere guardato. Non esiste un grande pubblico ma un pubblico grande, pronto a scoprire le pieghe della propria curiosità. Ci si può imbizzarrire per il consueto: è stupido e troppo alla portata di tutti.