A citare in giudizio per violazione del copyright è stato il cantautore argentino Sergio Garcia Fernandez (nome d’arte Angelslang), il quale sostiene che la canzone sia basato su due sue composizioni
I Rolling Stones sono stati accusati di plagio per il brano “Living in a Ghost Town”, composto e pubblicato nel pieno della pandemia del 2020 e unico inedito rilasciato ufficialmente dalla iconica band dopo oltre otto anni.
A citare in giudizio presso il tribunale federale di New Orleans Mick Jagger e Keith Richards per violazione del copyright è stato il cantautore argentino Sergio Garcia Fernandez (nome d’arte Angelslang), il quale sostiene che la canzone sia basato su due sue composizioni.
Angelslang ha dichiarato che Jagger e Richards “si sono appropriati indebitamente di molti degli elementi riconoscibili e protetti” di due sue canzoni, una del 2006 “So Sorry” e una del 2007 “Seed of God”.
Come è avvenuto il plagio?
In che modo i membri della storica band avrebbero ascoltato quelle canzoni, con così pochi stream su Spotify? Fernandez afferma di aver dato un CD demo a “un parente stretto” di Jagger.
Secondo quanto riferito dagli avvocati di Fernandez nella denuncia presentata venerdì 10 marzo, “il parente stretto avrebbe confermato la ricezione al querelante via e-mail”, aggiungendo che i “Rolling Stones avrebbero apprezzato le canzoni e sarebbero anche stati interessati ad usarne stile e musica”. La copia della presunta e-mail del parente di Jagger non è stata tuttavia inclusa negli archivi pubblici.
Rilasciato al culmine delle chiusure dovute al COVID-19 nell’aprile 2020, “Living in a Ghost Town” è stato il primo brano originale pubblicato dagli Stones dal 2012. La canzone, un brano blues-rock con influenze reggae accompagnato da un testo e da un video a tema COVID, ha raggiunto il n. 3 nella classifica Hot Rock & Alternative Songs a maggio 2020.
Fernandez afferma però che la canzone sia stata creata attingendo ad alcuni elementi presenti nei suoi due brani, come “melodie vocali, progressioni di accordi, schemi di percussioni, parti di armonica, parti di basso elettrico, tempi e altre indicazioni di chiave” da “So Sorry” e la “progressione armonica e di accordi e melodia” da “Seed of God” e sul suo sito personale mette a confronto i brani chiedendo commenti ai suoi follower.
“Gli imputati non hanno mai pagato il querelante, né ottenuto l’autorizzazione per l’uso di ‘So Sorry’ e ‘Seed of God'”, hanno scritto i suoi avvocati.
Nessuna replica o commento sono ancora arrivati dai rappresentanti dei Rolling Stones.