“Andiamo avanti con il nostro consueto palinsesto. Vogliamo dare un’alternativa di visione al pubblico italiano”, ha aggiunto l’ad di Mediaset
“Sanremo? Dimenticate la parola controprogrammazione”. Lo ha detto Pier Silvio Berlusconi interpellato dai cronisti sul tema durante una conferenza stampa sullo sviluppo digitale di Mediaset. “Noi non abbiamo nessuna intenzione di controprogrammare. È esattamente il contrario. Andiamo avanti con il nostro consueto palinsesto. Per la prima volta dopo molti anni, non mettiamo in atto un disarmo assoluto. Vogliamo dare un’alternativa di visione al pubblico italiano”. L’ad di Mediaset ha parlato anche del caso creatosi dopo l’annuncio di un intervento di Volodymyr Zelensky alla serata finale del Festival: “Da cittadino che paga il canone dico che c’è un conflitto in ballo, si parla di morti, cosa c’entra con Sanremo?”.
Le motivazioni – “Quest’anno, avendo visto come, durante i Mondiali, i ricavi dei nostri prodotti non ne abbiano risentito, abbiamo preso il coraggio a quattro mani e banalmente abbiamo stimato cosa sarebbe successo se invece di una settimana venduta a promo – che tradotto vuol dire con un forte sconto – avessimo lasciato la settimana di Sanremo con un listino normale. È venuto fuori che era più vantaggioso. Questo è il motivo commerciale-aziendale. Ma la motivazione ancora più importante e che, da editore, ritengo sia sbagliatissimo togliere un’alternativa di visione al pubblico italiano. Sanremo è l’evento di spettacolo, musica e costume più importante che esiste in Italia, è importantissimo per la Rai, viva Sanremo. Questo non toglie che avere delle alternative sia un servizio per il pubblico”, ha spiegato Berlusconi.
“La parola chiave del non disarmo? Alternativa” – “La parola chiave per capire il perché del non disarmare è ‘alternativa’. C’è il ‘Grande Fratello Vip’, rimangono ‘Le Iene’, e De Filippi, che ringrazio a nome di tutta Mediaset, fa un atto di coraggio e va in onda con ‘C’è posta per te’ addirittura mantenendo la sua posizione abituale del sabato sera. È una scelta che abbiamo fatto insieme. Se dobbiamo essere l’alternativa, manteniamo l’abitudine e andiamo avanti per la nostra strada. Quanto faremo? Non importa”, ha aggiunto.
“Il mercato ha risposto alla grandissima a questa decisione, ci sono importanti investitori che sono dentro a Sanremo che stanno investendo in maniera altrettanto importante nei nostri programmi nell’arco di quella settimana. Mi auguro che questo sia solo l’inizio, che si possa programmare sempre e comunque durante Sanremo, i Mondiali, gli Europei, ecc”, ha continuato l’ad di Mediaset.
Il caso di Zelensky al Festival – “Provo a dividere gli ambiti. Da un lato, c’è la questione della libertà di espressione, con un presidente che oggi vuole far sentire la sua voce (e tutti noi siamo con lui e l’Ucraina). La Rai deve fare questa scelta da editore, quindi, chiedo scusa, ma non voglio mettere becco – ha specificato Berlusconi parlando ancora del caso Zelensky a Sanremo e rispondendo a una domanda sulla sua opinione in merito -. Dall’altro lato, c’è il mio essere cittadino che paga il canone e a me non fa piacere. Mi sembra una ricerca di visibilità. A me personalmente un pochino turba. Preferirei di no. Però ognuno è fatto a modo proprio”.