Sotto il nome fittizio di Jane Doe, una donna ha depositato presso la Corte Suprema della Contea di Nassau a Long Island, New York, una denuncia contro il cantante, che negli anni Novanta avrebbe aggredito sessualmente la querelante, allora appena sedicenne. Denunciate anche le etichette discografiche Nothing Records e Interscope Music Publishing che, secondo l’accusa, sarebbero state “consapevoli” dei fatti ma avrebbero taciuto
In una denuncia depositata presso la Corte Suprema della Contea di Nassau a Long Island, New York, Marilyn Manson è stato accusato di molestie sessuali nei confronti di una donna che all’epoca dei fatti, che sarebbero avvenuti negli anni Novanta, era minorenne. Come riportato da Rolling Stone la querelante, che ha scelto di usare il nome fittizio di Jane Doe, ha affermato di aver incontrato Brian Warner (il vero nome dell’artista) dopo un concerto a Dallas, in Texas, nel 1995, quando aveva solo 16 anni. Dopo aver aspettato Manson con alcuni amici, la ragazza sarebbe stata invitata con un’altra giovane sul bus, e il cantante avrebbe preso nota della loro età, delle classi che frequentavano, dei loro indirizzi e dei loro numeri di telefono. Nei documenti dell’accusa si legge che “mentre era sul bus, l’imputato Warner ha compiuto vari atti di violenza sessuale contro la querelante, che all’epoca era ancora vergine, inclusi la copulazione forzata e la penetrazione vaginale”. Uno dei membri della band avrebbe assistito all’aggressione sessuale della querelante, che “soffriva, era spaventata, sconvolta, umiliata e confusa”. Manson avrebbe infine minacciato la ragazza dicendole che, se avesse raccontato l’abuso subito, avrebbe ucciso lei e la sua famiglia.
IL PRESUNTO COINVOLGIMENTO DELLE CASE DISCOGRAFICHE
Come riportato dal Guardian, Manson avrebbe usato il suo ruolo, il suo status e il suo potere di adulto e performer per “adescare, manipolare, sfruttare e assalire sessualmente la querelante” anche nel 1999, quando la ragazza aveva circa 19 anni. Nei documenti dell’accusa si legge che, dopo le presunte violenze sessuali, Doe avrebbe sviluppato una dipendenza da droghe e alcol e “sofferto gravi disagi emotivi, fisici e psicologici, inclusi vergogna, e senso di colpa, perdita di capacità economica ed emotiva…umiliazione, vergogna e orrore che continuerà a patire per il resto della sua vita”. La donna ha coinvolto nella denuncia anche le etichette discografiche Nothing Records e Interscope Music Publishing, che come riportato da Rolling Stone sarebbero state “consapevoli dell’ossessione dell’imputato per la violenza sessuale e l’aggressione sessuale infantile”, ma che non avrebbero comunque aiutato la ragazza. Secondo Karen Barth Menzies, uno degli avvocati di Doe, la denuncia rappresenterebbe “un’accusa all’industria musicale di mantenere una cultura che celebra, protegge e legittima i predatori sessuali”. Jeff Anderson, altro legale della donna, ha poi affermato che “troppo a lungo, i predatori dell’industria musicale si sono nascosti in piena vista, credendo di essere al di sopra della legge”. Doe vorrebbe ottenere un risarcimento e “un’ordinanza che inibisca gli imputati da future pratiche commerciali illecite”, inclusa “l’esposizione di minori e di adulti vulnerabili ad abuso e sfruttamento sessuale”.
LE DENUNCE PRECEDENTI
Non è la prima volta che Manson viene accusato di molestie. L’ultima denuncia è arrivata dopo diverse altre, inclusa quella dell’attrice Evan Rachel Wood. Come riferito dal suo avvocato, il cantante ha “fortemente negato tutte le accuse di violenza sessuale o abuso di chiunque”, e ha fatto causa a Wood per diffamazione. Inoltre, meno di una settimana fa, Manson ha raggiunto un accordo extragiudiziale con l’attrice Esmé Bianco, che nell’aprile 2021 l’aveva accusato di stupro e molestie sessuali. Con riguardo all’ultima denuncia, né il cantante né le case discografiche coinvolte hanno finora rilasciato dichiarazioni.