Taylor Swift, archiviata la causa di plagio per Shake It Off

Taylor Swift, archiviata la causa di plagio per Shake It Off

La popstar e i suoi due accusatori non andranno in tribunale. L’oggetto della controversia era una parte del testo della hit di Swift che, secondo Sean Hall e Nathan Butler, citava indebitamente la loro Playas Gon’ Play del 2001

Taylor Swift si è fatta un bel regalo di compleanno per i suoi 33 anni, riuscendo finalmente a far archiviare la causa per il presunto plagio di Shake It off. A un mese dall’inizio del processo, la popstar sembrerebbe aver convinto i suoi accusatori a non andare in tribunale. Anche perché non sembravano esserci proprio i presupposti per parlare di un’effettiva scopiazzatura.

HATER’S GONNA HATE HATE HATE

Abbiamo visto decine e decine di accuse di plagio ma, nella maggior parte dei casi, si tratta quasi sempre di assonanze o comunque di situazioni in cui le melodie sembrano assomigliarsi. L’accusa di copiare grandi artisti non ha mai risparmiato nessuno, arrivando a far incontrare persino mondi diversi come Michael Jackson e Albano Carrisi. Molte meno volte è capitato invece, come in questo caso, che l’oggetto del contendere fosse nel testo delle canzoni. Ad accusare Taylor Swift erano stati Sean Hall e Nathan Butler, autori nel 2001 del pezzo Playas Gon’ Play. Secondo Butler e Hall l’autrice di Bad Blood aveva indebitamente citato questa oscura hit r&b usando i versi “hater’s gonna hate” e “player’s gonna play”. Effettivamente le frasi incriminate si ascoltano durante il brano scritto dai due e poi cantato dalle 3LW, ma è assai arduo dimostrare che certe formule di uso comune fossero state inventate dagli accusatori. Come hanno fatto notare anche i legali di Swift, certe espressioni appartengono a uno slang molto comune e sono spesso utilizzate in America nella vita di tutti i giorni. Il concetto di “hater’s gonna hate” e “player’s gonna play” esiste pure in musica già ben prima del brano delle 3LW, basti pensare a quando nel 1997 Notorious B.I.G faceva uscire Playa Hater con Puff Daddy. Se Hall e Butler erano così convinti di aver inventato loro questo modo di dire perché non si sono rifatti in passato su tutti quelli che l’hanno usato prima di Swift? Nel 2002 504 Boyz  era già uscito con Haters Gon’ Hate, senza dimenticare R.Kelly e Keri Hilson che in Number One cantavano “And them haaaters, they gon hate”. Gli esempi di quanto la catchphrase incriminata sia diffusa anche nelle canzoni sono virtualmente infiniti.

MEGLIO LASCIAR PERDERE

Sean Hall e Nathan Butler alla fine si sono forse accorti di quanto pretestuose fossero le loro accuse e hanno deciso di fare marcia indietro. Oppure Taylor Swift potrebbe aver siglato un accordo con loro. Le modalità che hanno convinto tutte le parti coinvolte a rinunciare allo scontro in tribunale non sono ancora chiare. Ciò che è certo è che dopo cinque anni di scaramucce legali ora la discussione sembra davvero terminata. La causa era stata già chiusa nel 2018, salvo essere poi riaperta l’anno dopo, nonostante la richiesta dei legali di Swift di archiviare la controversia. La cantante si era sempre difesa, evidenziando come Shake It Off fosse una hit nata da esperienze personali e critiche vissute sulla sua pelle. Anche la madre della popstar era poi intervenuta, facendo notare come ai tempi di Playas Gon’ Play Taylor fosse solo una bambina difficilmente esposta a videoclip come quello che fece la (moderata) fortuna delle 3LW. Paradossalmente le uniche che non hanno voluto immischiarsi nella vicenda sono state proprio le Three Little Women, che si sono sciolte ormai più di un decennio fa. Taylor Swift non può tuttavia dirsi al sicuro una volta per tutte dai sospetti di plagio visto che, in sostanziale contemporaneità con l’epilogo di questa vicenda, le sono piovute addosso le critiche di Damon Albarn. Il frontman di Blur e Gorillaz ha insinuato senza mezzi termini in un’intervista che secondo lui “Swift non è l’autrice delle sue canzoni”. La replica piuttosto stizzita è arrivata quasi immediata da parte della collega via social, quella sì sicuramente scritta di suo pugno.

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