L’album è composto da dieci tracce; i primi appuntamenti live del 2023 saranno il 20 gennaio all’Alcatraz di Milano e il 22 al Largo Venue di Roma. L’INTERVISTA
Deviazioni è il terzo album in studio di Junior Cally ed è anche il più intimo oltre che quello della svolta, umana e artistica. È un disco vivo, intenso, dalle molteplici anime con brani che rappresentano un ulteriore step nel percorso di Junior e con sonorità che spaziano dal cantautorato urban al rap, fino all’elettronica e alla club culture. Dopo oltre due anni di attesa, ritroviamo un artista più maturo, con una rinnovata attenzione ai testi e una scrittura fuori dagli stereotipi per raccontare e raccontarsi da una prospettiva inedita.
Antonio, torni dopo due anni con un album quanto mai eterogeneo, soprattutto musicalmente ci sono tante contaminazioni: come lo hai costruito e hai valutato il fatto che oggi non sempre il coraggio viene capito?
Entro in studio per questo album dopo sei mesi dall’avere annullato un disco già pronto e un mese di rehab: dunque è un lavoro importante per la consapevolezza di dire più cose possibile in modo vero. Spazio per argomenti e generi e conosco i rischi dopo tre anni di stop e dopo tante stagioni di musica diversa… so che è rischioso.
L’album si apre Con La Pelle Mia, una dedica forte a tuo fratello ma soprattutto un salto nel passato: il pallino nei vicoli, i due spiccioli, le fantasie sul mondo dei grandi… la tranquillità ha sconfitto la notte dei tormenti?
Direo totalmente. Ora sto vivendo il momento più positivo della mia vita. Non mi interessa rischiare, né in musica né in altro perché ora sto bene con me stesso. A volte si è costretti a prendere la deviazione sbagliata ma le deviazioni ci fanno maturare e ci preparano al futuro. Ricordiamoci sempre che siamo vivi.
Come va con i fantasmi di quell’amore? Esiste ancora la foto di voi due sul letto? Per altro in Dimenticarmi di Te si fuma nudi sul letto… a casa tua regna il nudismo?
La foto nudi non c’è più. Ho ancora delle foto con quella persona ma le ha anche lei. Ho chiuso un cerchio anche con quei sentimenti ma è stata una storia d’amore che mi ha segnato e devo proseguire a parlarne e continuerà a ispirarmi per sempre.
Oggi c’è una… eterna giovinezza che gira nuda per casa? E poi essere separati dalla realtà non è meglio che essere separati da incomprensioni e tradimenti?
Sì, c’è una ragazza. Lo è ma il fatto è che, detto da un realista per cui esiste solo quello che vede, la storia è sempre andata avanti per qualche verso, anche solo per una chiamata. Siamo sempre in contatto in un mondo che non è reale e che so è difficile da spiegare.
Hai degli amici scemi?
Sì li ho e li avrò sempre. Di certo non ho più cattivi amici: o li ho allontanti o si sono allontanati da sé.
Riesci sempre a camminare al passo del tuo cervello malato? C’è gente che dopo avere ascoltato la canzone ti ha contattato e ti ha chiesto consigli? In Disturbo Ossessivo Compulsivo racconti quello che hai attraversato senza filtri.
Mi hanno scritto in molti. Avevo la missione di arrivare ad altri cervelli malati e mi sentivo che lì fuori c’era qualcun altro come me. Mi sono rispecchiato in toto. Poi c’è anche il fan che non si aspettava la confessione. Ha creata intimità per il mio pubblico, e sarei felice anche di arrivare solo a una persona.
“Non cercano cure per un bambino dannato” è una frase forte: la scienza investe molto per curare patologie diffuse e che quindi se trovata la cura porteranno ampi margini di guadagno ma poco per patologie con una incidenza minima sulla popolazione. Come possiamo fare opera di sensibilizzazione?
Negli ultimi anni, grazie a chi ha acceso le lampadine, di piccoli passi ne sono stati fatti. Nel mio caso mi spiace che il messaggio è ancora curati da solo: sono a tutti gli effetti patologie e serve aiuto per affrontarle. Oggi l’essere umano va aiutato. Parlarne aiuta ma bisogna spingere sempre più, io ho voglia di andare nelle scuole a parlarne. Nel caso del DOC si tende a isolarsi e ciò amplifica la malattia.
Le streghe che ballano sono le rivoluzionarie senza tempo? Ti fai leggere le carte oppure sei un fatalista?
In passato sì ora mai più,non è stata un’ottima scelta. Quando ho scritto il brano a Focene dopo avere ripreso a lavorare mi sono immaginato a 13 anni al primo falò in spiaggia. Ora sono divertimento e libertà.
In Rosso Falò fumi l’erba del diavolo e hai una pozione in mano: ti affascina l’esoterismo?
Tantissimo. Sono fissato con quel mood lì. Anche provare a immaginare di essere qualcuno che non sarò mai o immaginare una situazione che non esiste mi affascina. Parlo di me in modo fantasioso ricorrendo ai doppi sensi.
Quando dici che vieni dai tombini ti senti più Quasimodo a Notre dame o Pennywise in IT?
Assolutamente il personaggio creato da Stephen King; anche da lì ci arriva un po’ di buono. Io vengo dalla strada, da un paese sperduto dove i miei amici a 15 anni hanno iniziato a drogarsi. So cosa è l’abbruttimento.
Romanzo e Criminalità ha un andamento cinematografico: potrebbe esse un futuro singolo con video?
Sono fissato con le serie tv e la sola italiana che ho amato è Romanzo Criminale. La canzone nasce in studio ed è diversa da tutte le altre, esce dagli schemi. Non so se diventerà un video, nella mia testa il prossimo singolo è Fantasmi.
Possiamo alla fine dire che con questo album un po’ di tormenti li hai domati e ora sei l’ape che ha trovato la sua Margherita?
Assolutamente sì, domati sia con l’album che nella vita, l’album mi ha fatto da terapia. Io sono un’ape e c’è Margherita.
Al di là dei concerti di Roma e Milano che accadrà nei primi mesi del 2023?
Ora voglio portare a termine i due live che dovevano essere ad aprile 2020. È una cosa che mi è stata tolta e voglio concentrarmi su quello. Poi vedremo, penso anche a tornare in studio per lavorare a nuova musica.